
Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, frena gli entusiasmi del premier Enrico Letta sullo spread tra titoli italiani decennali italiani (Btp) e tedeschi (Bund). In un’intervista al quotidiano “Il Tempo”, Brunetta spiega che “sul tema regna ancora molta confusione. Anche nel caso dei 100 punti recuperati nell’ultimo mese. Nessuno ha messo in conto – sottolinea il capogruppo di FI – che i nostri tassi sono sempre lì, attorno al 4% (ieri lo spread ha chiuso a 197 punti, con il rendimento del Btp a dieci anni al 3,91%, ndr), mentre sono saliti dall’1 al 2% i rendimenti tedeschi. Dunque lo spread è diminuito per il riequilibrio del mercato finanziario e non per i meriti del governo“, è la conclusione.
Brunetta fa inoltre notare che in Italia “abbiamo il tasso di disoccupazione più elevato di sempre e il paese è più povero di qualche anno fa“.
Con riferimento alle dimissioni da presidente del Consiglio di Silvio Berlusconi, nel tumultuoso novembre del 2011, quando lo spread tra titoli italiani e tedeschi toccò i 564 punti, Brunetta afferma che “la storia sta dimostrando che la richiesta delle dimissioni di Silvio Berlusconi è stata basata su un’argomentazione senza fondamento. L’opposizione, e forse anche qualche altro personaggio del suo governo – aggiunge -, hanno usato lo spread come arma contundente a fini politici. Il prezzo però lo stiamo pagando tutti. Innanzitutto abbiamo sospeso la democrazia: questa storia dei governi tecnici esiste solo in Italia e in quei paesi dove salgono al potere i militari, che altro non sono che tecnici. Poi ci siamo impoveriti – continua Brunetta – perché la visione calvinista che regna in Europa ha fatto sì che l’ondata speculativa che ha colpito l’Italia fosse da addebitare al governo. In sintesi – conclude l’esponente di Forza Italia – la mentalità tedesca a cui l’Europa si è piegata è stata: se ti attaccano è colpa tua. Risolvi i problemi in casa con una buona dose di austerity”.
Per Brunetta, insomma, il calo dello spread “è l’ennesima dimostrazione che continua a essere un grande imbroglio”.
Redazione