Nathan Louis Campbell sarà chiamato a giudizio il prossimo 22 gennaio e dovrà rispondere di 17 capi d’accusa, tra cui quello di omicidio ma anche omissione di soccorso, stando a quanto ha imputato il giudice della contea di Los Angeles, Antonio Barreto Jr..
Il giovane di 38 anni rischia ora l’ergastolo per quel fatidico giorno in cui, lo scorso 3 agosto, in una folla corsa con la sua automobile lanciata a tutta velocità sulla celebre via affollata del lungomare di Venice, a Los Angeles, in California, ha ferito ben 17 persone e ucciso l’italiana Alice Gruppioni, turista italiana di Bologna, in luna di miele.
L’uomo che ha avuto seri problemi di alcolismo aveva già precedenti penali e solo dopo un’ora dall’incidente, dopo aver tentato la fuga si era costituito ad una stazione di polizia di Santa Monica.
Secondo il suo difensore d’ufficio, Philip Dube, l’automobile che l’uomo aveva appena acquistato aveva un problema alla leva del cambio. La difesa sostiene che Campbell per rimuovere velocemente il veicolo da un parcheggio abusivo sia finito disgraziatamente sulla passeggiata. Sembra che l’automobile dopo vari tentativi di accelerazione sia schizzata via lanciandosi sul marciapiede.
Dube ha poi ribadito che Campbell non era intenzionato ad uccidere e che è stato un incidente.
Il marito di Alice, Christian Casadei che fu poi interrogato dalla polizia, raccontò che dovevano partire il giorno dopo per Tahiti. L’automobile arrivò come un razzo dietro di loro mentre stavano passeggiando e tentò di trascinare via sua moglie correndo verso un edificio. Ma secondo Christian, non c’è stata via di scampo: poco dopo ha visto sua moglie che sanguinava ma che sembrava cosciente ed era circondata da molti passanti che tentarono di portare soccorso.
Come riportano i media americani, il sergente della polizia di Los Angeles, Benjamin Zucker, che incontrò dopo qualche ora l’automobilista aveva sentito che l’uomo odorava di alcool. Lo stesso Campbell avrebbe riferito di aver bevuto una vodka dopo l’incidente.
Redazione
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