Traffico illegale di carne di delfino anche in Italia: allarme dell’Enpa

Delfini (screen shot youtube)

Il direttore scientifico dell’Ente nazionale della protezione animali (Enpa) Ilaria Ferri, ha diffuso una nota di commento al sequestro di carne di delfino in un fabbrica di Taiwan evidenziando che “il commercio illegale della carne di delfino a fini alimentari è una piaga che interessa anche l’Italia”.

“Proprio di recente infatti l’Ente Nazionale Protezione Animali ha presentato una denuncia a seguito di un servizio televisivo delle Iene che documentava tali traffici, svolti con la complicità di ristoratori e clienti”, ha detto la Ferri.

La vicenda riguarda un sequestro condotto dalle autorità di più di sette tonnellate di carne di delfino, all’interno di una fabbrica di surgelati nel Sud di Taiwan. Un quantitativo per cui sarebbero stati uccisi e macellati almeno 150 delfini, spiega l’Enpa ricordando che al momento non è ancora stato individuato il luogo in cui gli animali sono stati catturati e uccisi.

L’Enpa ha fatto sapere che il proprietario della fabbrica avrebbe affermato di avere acquistato la carne di delfino da alcuni pescatori del posto. L’uomo rischia una condanna fino a cinque anni di reclusione e una multa di 50mila dollari per avere violato le leggi di Taiwan che tutelano specie particolarmente protette quali balene e delfini.

“Al riguardo, è importante ricordare che, trattandosi di una specie particolarmente protetta, il consumo della carne di delfino e di tutti i cetacei è vietato anche in Italia e che, oltre a rappresentare un vero e proprio attentato alla biodiversità dei nostri mari, peraltro già in crisi da anni, può mettere in serio pericolo la salute umana poiché si tratta di prodotti venduti sul mercato nero, privi dunque dei necessari controlli sanitari e certamente contaminati dai pericolosi xenobiotici, in ragione del diffuso inquinamento marino. Abbiamo richiesto alla Cites particolare attenzione e potenziamento di tutte le azioni necessarie per contrastare questi traffici illegali in Italia e a livello internazionale in ragione della tutela della biodiversità e della salute umana”, ha concluso il rappresentante dell’Enpa.

Redazione

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