Bankitalia: disoccupazione salirà fino al 2015. Lieve ripresa economica nel 2013

Il Bollettino trimestrale di Bankitalia rivela una situazione economica-occupazionale ancora in stagnazione: “Nonostante i primi segnali di stabilizzazione dell’occupazione e di aumento delle ore lavorate, le condizioni del mercato del lavoro restano difficili”, scrive nella nota al bollettino Bankitalia.

In base ai dati del bollettino, la timida ripresa del pil nel 2014 e quella stimata nel 2015 avranno effetti ritardati sull’occupazione stimata al 12,8% quest’anno e al 12,9% nel 2015.
Secondo l’istutito, la ripresa dell’attività economica “si trasmetterebbe gradualmente e con ritardo al mercato del lavoro»”.
Secondo i dati Bankitalia il tasso della disoccupazione “ha raggiunto il 12,3% nel terzo trimestre e sarebbe ulteriormente salito al 12,6% nel bimestre ottobre-novembre” e “aumenterebbe ancora, portandosi al 12,9% nella media del prossimo anno”.

A fronte del tasso della disoccupazione, l’occupazione è “scesa di circa il 2% nel 2013 e continuerebbe a ridursi lievemente nei prossimi trimestri”, chiudendo l’anno in calo dello 0,2%, per poi aumentare, di circa mezzo punto percentuale (+0,7%), nel 2015.

In questo scenario l’istituto sottolinea che “l’offerta di lavoro” che è in leggero calo nel biennio 2013-14, tornerebbe a espandersi nel 2015, per effetto dell’attenuazione del fenomeno di scoraggiamento, indotta dalla ripresa ciclica”.

Nell’ultimo trimestre del 2013 si segnala una “crescita modesta” del Pil e “alla perdurante debolezza della domanda interna, che risente della fragilità del mercato del lavoro e dell’andamento fiacco del reddito disponibile, si contrappone un quadro dell’attività industriale più positivo”.
Bankitalia ha stimato una crescita del pil 0,7% per quest’anno e dell’1% l’anno prossimo.
Ma lo scenario previsivo di Bankitalia “è soggetto a elevata incertezza, con rischi orientati prevalentemente al ribasso per la crescita”.

“Sulla base dei dati disponibili, si può valutare che l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche sia rimasto in prossimità della soglia del 3 per cento del Pil, nonostante l’ulteriore flessione del prodotto” scrive Bankitalia per quanto riguarda il rapporto deficit/pil.
Nel 2013, “è fortemente aumentato” il fabbisogno del settore statale che ha risentito di vari fattori straordinari, come il pagamento dei debiti pregressi in conto corrente delle Amministrazioni pubbliche e il venir meno degli effetti del provvedimento sulla tesoreria unica, che aveva contenuto il fabbisogno del 2012.
La ripresa evidenziata nella seconda metà del 2013 non riguarda però le imprese più piccole e quelle orientate sul mercato interno, più presenti al Sud.
Bankitalia spiega che la ripresa è ancora “largamente trainata dalle esportazioni” a fronte “di una domanda interna, in particolare per consumi, ancora debole”.

Inoltre, nell’ultimo trimestre del 2013 l’attività industriale avrebbe segnato un aumento nell’ordine del punto percentuale, per la prima volta da oltre due anni: secondo il bollettino trimestrale, gli indicatori qualitativi prefigurano “un’espansione della produzione industriale anche nei primi mesi dell’anno in corso”.

Per quanto riguarda il credito si “accentua” la contrazione. Secondo l’Istituto, si prevede un “miglioramento molto graduale delle condizioni di offerta del credito, sulle quali continuerebbe a incidere la percezione del deterioramento della qualità dei prestiti da parte degli intermediari”.

Nel terzo trimestre si registra un calo dei prestiti alle imprese, -8% nei tre mesi terminanti a novembre: un elemento che “continua a rappresentare un freno alla ripresa”. Secondo Banca d’Italia, pesa la bassa domanda per investimenti l’elevato rischio di credito la pressione della crisi sui bilanci bancari.

Infine, l’istituto rivela che “gli investimenti esteri in titoli pubblici italiani sono tornati positivi in settembre e nel mese successivo”: “Tra agosto e ottobre gli acquisti netti sono stati pari nel complesso a 1,5 miliardi (33,4 dall’inizio dell’anno)”.
Nella nota Bankitalia spiega che gli investitori non residenti hanno mostrato interesse anche per i titoli azionari e per le obbligazioni emesse da banche e da società private.

Per quanto riguarda l’inflazione al consumo per il biennio sono state “riviste al ribasso” (rispetto alle proiezioni pubblicate in luglio): “Poco sopra l’1% quest’anno, attorno all’1,4% il prossimo”.
L’inflazione “scesa all’1,3% nel 2013, si ridurrebbe ancora lievemente quest’anno per poi riportarsi intorno all’1,5 nel 2015”.

Redazione