
Il quotidiano The Times of Indiam coem riporta l’agenzia Ansa, rivela oggi la “brutta figuraccia” rimediata dal ministero degli Interni indiano sulla vicenda dei due marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trattenuti nel Paese da quasi due anni con l’accusa di aver ucciso due pescatori indiani mentre a bordo della petroliera italiana Enrica Lexie stavano svolgendo servizio anti-pirateria. Il giornale scrive che il ministero degli Interni avrebbe “ignorato un determinante parere legale” in merito all’applicazione, nel processo a carico dei due marò, della legge antiterrorismo “Sua Act”, quella che prevede la pena di morte in caso di condanna per omicidio, e che tante polemiche sta suscitando in questi giorni.
Nell’articolo del Times of India si legge che gli esperti indiani starebbero cercando una soluzione da presentare alla Corte Suprema il 3 febbraio prossimo, come stabilito dalla stessa Corte nell’udienza di lunedì scorso, quando ha chiesto di “riconciliare il conflitto di opinione all’interno dell’amministrazione” indiana, cioè tra ministero degli Interni, che ha previsto l’applicazione del “Sua Act”, e quello degli Esteri che invece si è affrettato a smentire, nel tentativo di rassicurare le autorità italiane. L’articolo conferma che “il ministero degli Esteri è infuriato” per l’autorizzazione di quello degli Interni all’applicazione della legge antiterrorismo. Autorizzazione che tuttavia, va precisato, non è stata ancora confermata da nessuna fonte ufficiale
La polizia Nia (National Investigaton Agency) “poteva trattare il caso in base agli articoli del Codice penale indiano“, anche se non è previsto nel suo atto costitutivo, scrive ancora nel Times of India, spiegando che “ciò è possibile in quanto la vicenda dei militari italiani è un caso speciale affidato direttamente dalla Corte Suprema alla polizia”. Va precisato però che l’accusa per il reato ordinario di omicidio, come previsto dall’articolo 302 del Codice penale indiano, potrebbe essere impugnata dall’Italia poiché l’incidente che coinvolse i due militari, il 15 febbraio del 2012, avvenne in una porzione di mare al di fuori delle acque territoriali indiane.
Secondo il Times of India, sono due le possibilità per scongiurare l’applicazione della pena di morte ai due marò, in caso di condanna: il ministero degli Interni “potrebbe ritirare l’autorizzazione (comunque non ancora confermata ndr) all’uso del Sua Act”, oppure potrebbe “trovare una scappatoia giuridica per evitare questo tipo di accuse”. “In entrambi i casi – conclude il giornale – il ministero degli Interni rimedia una brutta figuraccia“.
Redazione