
Nuovo innalzamento del tetto del debito pubblico negli Stati Uniti dove la Camera dei Rappresentanti del Congresso, a maggioranza repubblicana, con 221 voti contro 201, votando a favore del provvedimento ha contribuito a scongiurare un nuovo rischio di default per gli Usa.
Come ripora l’Ansa, il testo che ora passa al vaglio del Senato dove c’è una maggioranza di Democratici, è passato alla Camera grazie ad un gruppo di repubblicani che si sono schierati con i democratici
La misura segue la scorsa manovra d’innalzamento del tetto del debito approvata a poche ore dal rischio di default nel mese di ottobre 2013, e che aveva prolungato il bilancio fiscale fino al 15 gennaio 2014 e consentiva lo sforamento del tetto del debito fino al 7 febbraio.
La vicenda fu accompaganta da due settimane di “shutdown”, ovvero la chiusura parziale del governo federale per mancanza di fondi e per cui gli Stati Uniti evitarono per poco il fallimento tecnico.
Come ricorda Repubblica, l’accordo preso con il Congresso, secondo le stime, doveva garantire la solvibilità dei pagamenti dello Stato fino ai primi di marzo. Ma il segretario al Tesoro americano, Jack Lew, a fine gennaio aveva lanciato un nuovo allarme di rischio default inviando una lettera allo speaker della Camera, il repubblicano John Boehner nel quale invitava il Governo ad agire al più presto: infatti secondo il Tesoro, il governo avrebbe avuto problemi di liquidità a disposizione nel mese di febbraio e non a marzo in quanto i margini di manovra del governo in questo periodo sono meno flessibili, perché vengono effettuati i rimborsi fiscali.
Con questo nuovo testo il governo potrà far fronte ai propri impegni finanziari fino al 15 marzo del 2015. Il voto al Senato è atteso per domani e la scadenza ultima per innalzare la soglia del debito era stata fissata al 27 febbraio.
Il presidente della Fed, Janet Yellen in un’audizione al Congresso aveva invitato il Congresso ad innalzare il tetto del debito, sottolineando che non farlo sarebbe “catastrofico”:
“La ripresa del mercato del lavoro è lungi dall’essere completata. Troppi americani restano disoccupati, l’inflazione resta al di sotto del nostro obiettivo e il lavoro per rendere il sistema finanziario più robusto non è ancora completato” aveva affermato Yellen evidenziando che la ripresa è in atto anche se moderata e che “questo giustifica ulteriori aiuti all’economia che non creano bolle sul mercato. La Fed ha fatto e sta facendo un duro lavoro per aiutare la ripresa, e la dimostrazione arriva dal fatto che la banca centrale intende mantenere una politica accomodante fino a che il tasso di disoccupazione non sarà sceso ben al di sotto del 6,5%”.
Redazione
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