
Due dei senatori che hanno deciso di allontanarsi dal Movimento 5 Stelle dopo le espulsioni di quattro loro colleghi, Alessandra Bencini e Maurizio Romani, hanno spiegato nei giorni scorsi al meet up di Firenze, riunito al circolo ‘Andrea del Sarto’, le motivazioni che li hanno spinti ad abbandonare il gruppo parlamentare nel quale erano stati eletti. Ha ricostruito l’andamento dell’assemblea, svoltasi lunedì sera, ‘Il Corriere Fiorentino’.
Romani avrebbe sottolineato che l’assemblea congiunta dei parlamentari per decidere delle espulsioni “è stato uno degli spettacoli più odiosi che io abbia mai visto in vita mia, in cui un gruppo di deputati, con una violenza verbale inaudita, ha trattato quattro persone alla stregua di quattro cani randagi”. Poi avrebbe aggiunto: “Se noi, come rappresentanti di cittadini, ci gettiamo gli uni contro gli altri, non come gruppo ma come branco, credo che facciamo un danno enorme a tutti coloro che in questo momento siedono in questa stanza”.
Il senatore, che dovrebbe costituire all’interno del gruppo misto una frangia di ‘grillini moderati’, ha anche parlato di tentativi di fargli cambiare idea: “Mi hanno offerto il posto di Santangelo, mi hanno fatto richieste più o meno velate e questa è stata un’ulteriore conferma che quello che stavo facendo non era giusto, era doveroso; era doveroso nei confronti di tutti coloro che credono nel Movimento”. Romani ha spiegato che a convincerlo sarebbero state le parole del figlio: “Mi ha detto: sono fiero di te. E siccome lo dovrò guardare negli occhi per tutta la vita, mentre Santangelo, quando sarà finita questa avventura, non lo vedrò più, io ho consegnato le mie dimissioni”.
Giuseppe Gabriele Mastroleo