
Il dialogo diplomatico tra paesi occidentali e Russia si fa sempre più serrato sulla questione dell’Ucraina e del referendum di adesione alla Russia della Regione autonoma della Crimea che si terrà domenica prossima.
Infatti, ieri il segretario di Stato americano, John Kerry ha concordato un colloquio con il ministro degli esteri russo, Serghiei Lavrov atteso per oggi a Londra. Alcuni lo definisco un ultimo tentativo di dialogo.
Tuttavia se da una parte Usa e Ue minacciano l’applicazione immediata di sanzioni a partire da lunedì in base all’esito referendario, sul fronte del Cremlino, il presidente Vladimir Putin non mostra segni di cedimento e al contrario passa al contrattacco sottolineando che la Russia “non ha colpa” e che “è stata coinvolta in un modo o nell’altro”.
Al Consiglio di sicurezza dell’Onu che si è svolto ieri, il premier ucraino
Arseniy Iatseniuk ha parlato di aggressione da parte della Russia sottolineando che “questo è inaccettabile nel ventunesimo secolo, La Crimea era, è, e sarà parte integrante dell’Ucraina. Non riconosceremo mai il risultato di un referendum artificioso e falso”.
Al premier replica l’ambasciatore russo all’Onu, Vitaly Churkin che ha ricordato che “la Russia non vuole una guerra, e nemmeno i russi”.
Intanto si continua a discutere all’Onu dove la Cina sembra prendere le distanze dalla Russia e gli osservatori ipotizzano che la Cina possa astenersi dal voto sulla bozza di risoluzioni presentata dagli Usa e che dichiari illegittimo il referendum sull’annessione della Crimea alla Russia.
Infatti, come riporta Rainews, l’ambasciatore di Pechino all’Onu, Liu Jieyi, ha affermato che “la necessità di rispettare l’integrità territoriale dell’ex repubblica sovietica” e ha detto di essere “aperto a tutte le proposte che siano in grado di ridurre la tensione”.
Il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon ha rassicurato il premier ucraino Yatsenyuk, esprimendogli la sua “crescente preoccupazione per gli sviluppi in Ucraina, e particolare allarme per la crisi in Crimea”.
Il segretario dell’Onu ha anche esortato il premier ad intraprendere un dialogo diretto con la Russia, affermando che la Carta delle Nazioni Unite sia lo strumento guida per una soluzione pacifica della crisi, ricordando l’importanza dei principi di sovranità, integrità territoriale, e rispetto dei diritti umani.
Secondo alcune indiscrezioni trapelate da una fonte diplomatica citata dal Washington Post, gli Usa avrebbe risposto negativamente alla richiesta di un sostegno militare da parte dell’Ucraina.
La tensione in Crimea continua a salire: ieri sono morti due manifestanti pro Kiev a Donestk in degli scontri tra filo russi e filo ucraini.
Nel frattempo la Russia continua ad inviare truppe al confine orientale con l’Ucraina per un’esercitazione militare: si stima che vi siano circa quindicimila uomini. Una situazione che alimenta i timori dell’Ucraina di un’invasione militare all’approssimarsi del referendum in Crimea.
Redazione
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