
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano si è recato a Cassino, in provincia di Frosinone per partecipare alla cerimonia di commemorazione del 70° anniversario della distruzione della città, in piazza De Gasperi alla quale ha preso parte anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti.
Il 15 marzo del 1944 dopo un mese dalla completa distruzione dell’abbazia di Montecassino, le forze alleate sganciarono sulla città mille tonnellate di bombe e milleduecento di proiettili. Doòpo otto ore di bombardamenti la città fu totalmente distrutta.
L’arrivo del Capo dello Stato è stato accolto da un gruppo formato da un centinaio di precari e disoccupati che hanno protestato per la crisi. Tra questi anche ex lavoratori della Videocon, del gruppo Riva e rappresentanti del Movimento per il diritto alla casa.
“Sono qui per rinnovare l’omaggio della Repubblica per un sacrificio terribile che viene riconosciuto a Cassino e al territorio. Omaggio per lo straordinario tributo di fatica e di sangue con cui combattero per liberazione di Italia e europa. Anche a distanza di 70 anni nella memoria di qualsiasi donna o uomo nato qui è impressa la storia terribile che deve essere tramandata alle nuove generazioni. Memoria che deve servire per ricordare l’rrazionalità della guerra. Il tema non può essere su chi ha aveva ragione, se è stato un errore o meno bombardare l’abbazia ma va considerato il fine che è stato raggiunto” ha detto Napolitano ricordando il sacrificio degli eserciti stranieri tra i quali i polacchi.
E’ un capo dello Stato commosso che ricorda come “io stesso ho subito i bombardamenti su Napoli e che sapevamo che quello era il prezzo da pagare per liberarci dal nazifascismo e per questo accogliemmo quelle bombe come liberatrici”.
“La lezione principale- prosegue Napolitano- è quella della ferocia e spesso della innegabile irrazionalità della guerra. Soprattutto non deve mai oscurarsi il senso della riconoscenza di noi italiani per i combattenti delle più diverse provenienze ed etnie che sotto le bandiere alleate furono impegnati per mesi nelle condizioni più ingrate nell’azione per superare la linea Gustav e aprire la strada alla liberazione di Roma”.
Napolitano nel suo discorso ha ricordato l’attuale situazione geopolitica mondiale con la questione dell’Ucraina e i conflitti in Medio Oriente: “Alla pace conseguita in Europa nel tempo che si accompagni una svolta di pace in Medio Oriente e dovunque insorgono timori di guerra prendere la via del dialogo e nella politica devono prevalere le preoccupazioni e ragioni dell’altro”.
In merito all’Ucraina Napolitano ha detto che “vanno garantite l’indipendenza e l’evoluzione democratica dell’Ucraina, in un costruttivo rapporto sia con l’Unione europea sia con la Russia” sottolineando che “l’unità europea rimane la via maestra per progredire, ciascuno nei nostri paesi, nel nuovo mondo globale, la via maestra per rafforzare e diffondere la pace sulla base di una effettiva giustizia e coesione sociale. che l’Ue “rimane la via maestra per progredire” e per “prevenire e superare crisi come quella in cui da oltre cinque anni ci dibattiamo”
“La causa della pace e del progresso democratico” afferma Napolitano deve andare insieme “al rilancio di quel grande progetto dello stare insieme in Europa, del costruire insieme un’Europa capace di prevenire e superare crisi come quella in cui da oltre cinque anni ci dibattiamo”.
Il Sindaco della città, Giuseppe Petrarcone nel suo discorso ha ricordato che “dire Cassino significa dire Montecassino e la storia d’Italia che non puo prescindere dall’abbazia e la storia d’Italia non può prescindere dalle vicende che accaddero su queste terre”.
Il primo cittadino ha poi parlato delle vicende storiche che hanno colpito la città allo scadere della Seconda Guerra Mondiale, ricordano i quattro mesi di combattimento per lo sfondamento della linea Gustav, e gli errori degli alleati nel bombardare e distruggere l’abbazia e, soprattutto, i 1800 i caduti tra i civili.
“Un bombardamento di 8 ore con tonnellate di bombe sganciate fino al 23 marzo quando i tedeschi ritirarono ma continuarono le sofferenze. Quando gli sfollati tornarono trovarono solo macerie e sofferenza. Si guardò a cassino come un segno di morte e fu la gente a dimostrare che si poteva rinascere. Chiesero ed il mondo rispose, ma le sofferenze furono tante e tra queste anche la malaria che fu vinta con tanti sforzi”.
Petrarcone, come riporta l’Ansa, ha poi ricordato Gaetano di Biasio che fu nominato dalla prefattura, amministratore della città e l primo sindaco di Cassino eletto, Pier carlo Restagno che mise in atto una serie di provvedimenti che diedero l’input per far ripartire l’economia della città che conserva cimiteri militari stranieri che testimoniano gli orrori e che danno messaggio di fratellanza.
In questo slancio, il sindaco ha parlato della crisi attuale: “Il calo dei redditi e l’aumento della disoccupazione non ci deve scoraggiare considerando il nostro passato. La politica torni a impegnarsi per la gente cosí come si fece dopo la distruzione, serve, signor presidente, una nuova classe di leader e una politica che non si chiuda a difesa dei privilegi”.
Redazione