Ue e Usa approvano sanzioni contro la Russia. Obama: “Calibreremo risposta in base a quel che farà Mosca”

Catherine Ashton, alto rappresentante della politica estera dell'Unione europea al vertice dei ministri degli esteri (Getty images)
Catherine Ashton, alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea al vertice dei ministri degli esteri (Getty images)

Il Consiglio dei ministri degli Affari esteri dell’Unione Europea ha approvato il pacchetto di sanzioni contro la Russia stabilito lo scorso 6 marzo a seguito delle azioni russe in Crimea.
A conclusione del vertice straordinario sull’Ucraina e le misure restrittive i paesi membri hanno dunque mantenuto la loro linea ben evidenziata prima dell’esito del voto referendario in Crimea ovvero la condanna unanime all’azione russa.

Tra le misure intraprese, il congelamento degli asset finanziari e il divieto di ingresso nell’Unione europea per 21 persone tra cui 13 russi e 8 crimei ritenuti responsabili di aver organizzato il referendum ritenuto illegale dall’Ue, sull’annessione della Crimea alla Russia ed aver appoggiato l’intervento militare russo in Crimea. Tra i responsabili il comandante della flotta russa del Mar Nero, Alexander Vitko, altri due militari e deputati della Duma, il parlamento russo.

Il ministro degli Esteri lituano, Linas Antanas Linkevicius ha annunciato che altre seguiranno saranno intraprese nei prossimi giorni.

Il ministro degli esteri italiano Federica Mogherini ha ribadito che “la nostra priorità e il nostro obiettivo è evitare che la Russia cada nelle proprie tentazioni di isolamento internazionale” per questo “le sanzioni hanno una durata di sei mesi” ha sottolineato la Mogherini

Intanto a grande sopresa, l’ex presidente sovietico, e premio Nobel per la pace, Mikhail Gorbaciov appoggia il risultato del referendum sottolineando che in Crimea “il popolo ha deciso di correggere un errore”. Gorbaciov come riporta Hiffington Post si sarebbe inoltre schierato contro le sanzioni occidentali.
“Per imporre sanzioni occorrono basi molto gravi. E queste vanno sostenute dalle Nazioni unite” ha detto Gorbaciov all’Interfax sottolineando che “la possibile assunzione della Crimea in territorio russo non costituisce una tale base”. Il referendum per Gorbaciov è “un successo che ha risposto alle aspettative degli abitanti. Finora la Crimea è stata legata all’Ucraina a causa di leggi sovietiche approvate senza chiedere alla gente, ora la gente di Crimea ha deciso di correggere l’errore. Questo andrebbe accolto con favore e non con l’annuncio di sanzioni”.

Tuttavia dal vertice si affaccia ora il timore che si espanda la linea separatista sia nella parte orientale dell’Ucraina che in altri paesi ove prevale una maggioranza filo russa.

Tesi condivisa dalla stessa Ucraina: “Siamo molto preoccupati per la quantità di provocazioni che i russi stanno cercando di organizzare nelle regioni ucraine, sembra uno scenario molto simile allo scenario dispiegato in Georgia nel 2008 quando le provocazioni fecero partire una escalation militare” è quanto ha affermato il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Deshchytsia, in una conferenza stampa nella sede della Nato, sottolineando che il governo “ha dato istruzioni a militari e civili di non rispondere alle provocazioni”.

Intanto si apprende che la Russia avrebbe già inviato degli aiuti alla Crimea per 15 miliardi di rubli (400 milioni di dollari). E’ quanto ha rso noto il premier della regione Sergei Aksyonov, precisando che la cifra “raddoppia il bilancio della Crimea”.

Mentre si attende la diffusione di tutte le sanzioni che saranno intraprese conto la Russia,tra cui anche l’eventuale annullamento del vertice G8 in programma a Sochi a giugno, gli osservatori s’interrogano su quale sarà la reazione del presidente russo Vladimir Putin.

Sul piano internazionale si sta delineando una linea di divisione tra i sostenitori della linea di Mosca e i paesi che non riconoscono la legalità del referendum in Crimea: infatti, il ministro degli esteri turco Ahmet Davutoglu nell’ambito dell’incontro con il leader della minoranza tatara turcofona di Crimea, Mustafa Kirimoglu, ha dichiarato che la Turchia non riconosce il referendum precisando che è “un inaccettabile fatto compiuto che viola l’integrità territoriale dell’Ucraina”.

Nel frattempo anche sul fronte degli Stati Uniti sono state approvate delle sanzioni: infatti, la Casa Bianca ha reso noto che il presidente americano Barack Obama ha stabilito per decreto delle sanzioni economiche e il congelamento dei beni nei confronti di alti funzionari russi, tra i quali alcuni collaboratori di Putin come Vladislav Surkov, Sergey Glazyev e il parlamentare della Duma, Leonid Slutsky ma anche contro l’ex presidente ucraino Viktor Ianukovich. Lo rende noto la Casa Bianca.
Come riporta l’Ansa, la Casa Bianca precisa che con le sanzioni ai vertici russi, gli Usa mirano a colpire l’economia russa puntando a guadagnare un vantaggio del 3% nel cambio tra il dollaro e il rublo.

Obama ha detto che “contro Mosca c’è l’isolamento internazionale. Nessuno riconosce il referendum in Crimea. Dopo le sanzioni continueremo a calibrare il nostro intervento contro la Russia per punirla per il suo intervento in Ucraina. Ora tocca a Mosca scegliere se far aumentare o far calare la tensione”.

Il presidente americano ha fatto sapere che “adotterò misure contro la Russia perché è responsabile di quel che sta accadendo. Imporremo sanzioni perché la Russia ha minato la sovranità della Crimea. Ho firmato un nuovo ordine esecutico che aumenterà le sanzioni. Ci saranno sanzioni contro chi ha supportato il governo russo. Nel frattempo continueremo le consultazioni con i nostri partner europei. Questa settimana- prosegue Obama- incontrerò i leader della Nato, Polonia, Lituania e Paesi Baltici. Calibreremo la nostra risposta in base a quel che farà la Russia. Vorremmo risolvere la questione in modo diplomatico, con una soluzione che rispetti sia Russia che Ucraina”.
Infine Obama ha concluso sottolineando che resta valido un percorso diplomatico per risolvere la crisi in Ucraina.

Redazione

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