Crimea: atteso incontro tra Putin e Ban Ki Moon a Mosca. Soldati ucraini lasciano base di Sebastopoli

Presidente russo Vladimir Putin nel suo discorso al Parlamento per integrazione della Crimea e della città di Sebastopoli nella Federazione Russa (Getty images)
Presidente russo Vladimir Putin nel suo discorso al Parlamento per integrazione della Crimea e della città di Sebastopoli nella Federazione Russa (Getty images)

Mentre s’inaspriscono le relazioni diplomatiche contro l’integrazione della Crimea alla Federazione Russa e sale la tensione nella Repubblica autonoma tra filo russi e le truppe ucraine, si apprende che il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon dovrebbe incontrare domani il presidente russo Vladimir Putin a Mosca.

Secondo le ultime notizie, dopo l’assalto messo in opera questa mattina da miliziani filorussi, i soldati ucraini stanno abbandonando la base della marina militare ucraina a Sebastopoli.

Sulla questione è intervenuto anche il presidente in carica dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) Didier Burkhalter sottolineando che l’annessione è “contro il diritto internazionale”, elemento quest’ultimo confutato da Putin che ha paragonato il caso Crimea all’indipendenza del Kosovo.
Nel frattempo il premier ucraino Arseni Iatseniuk ha annunciato d’inviare il suo primo vice, Vitali Iarema, e il ministro della difesa, Igor Teniukh, in Crimea per “prevenire una escalation del conflitto e la sua trasformazione in un conflitto militare”.
Ovviamante la situazione economica dell’Ucraina non aiuta il paese ad uscire dalla crisi diplomatica. Per questo Iatseniuk, durante una seduta del Consiglio dei ministri ha proposto una tassa straordinaria per i cittadini più ricchi. Seconod le indiscrezioni, la tassa dovrebbe pesare sugli interessi dei depositi superiori a 50.000 grivnie (meno di 4.000 euro). Secondo il premier questa misuradovrebbe interessare “il 10% della popolazione”.

Insomma una questione complessa alla quale si aggiungono conferme e smentite sulla situazione reale. Infatti, sulle dichiarazioni del ministro degli esteri russo Sergheiv Lavrov riguardo al fatto che il presidente del consiglio europeo, Herman Van Rompuy sia stato impedito di recarsi a Mosca per approfondire delle trattative, è giunta la smentita di alcune fonti diplomatiche europee. Secondo quanto riporta l’Ansa, Lavrov avrebbe fatto “disinformazione” in quanto la visita “era un’opzione sul tavolo che però non era mai stata confermata.
Al momento però dal fronte europeo non si escludono altri futuri incontri ma “al momento non c’è nulla di previsto”.

In merito ad altre sanzioni da intraprende contro “l’impero russo”, le stesse fonti diplomatiche europee hanno evidenziato che potranno essere valutate nell’ambito di una “concertazione più ampia” tra l’Ue e “i partner internazionali, in particolare gli Usa”.
Inoltre, hanno precisato che “ci sarà anche una consultazione del G7 la prossima settimana sulla situazione in Ucraina”.

Ma le opinioni sul caso Crimea sono divise: infatti, in Francia, il padre della leader del partito di estrema destra Jean Marie Le Pen ha commentato che “Putin abbia fatto un percorso netto”. Le Pen, dopo essere stato alla guida del Front National per molti anni è ora presidente onorario del Partito e nell’ambito di un’intervista rilasciata all’emittente radiofonica BFMTV ha riposto alla domanda se il presidente della Federazione russa avesse il diritto di annettere la Crimea.
“Assolutamente si. I suoi avversari invece, gli Stati Uniti, l’Unione Europea, si sono sbagliati praticamente in tutti gli ambiti, politico, storico, morale…” ha detto Le Pen.

Inoltre adesso le compagnie di estrazione del petrolio e del gase come Eni, la francese Edf e l’americana Exxonmobil, dovranno rinegoziare con Mosca e anche con le autorità locali gli accordi firmati con l’Ucraina lo scorso novembre 2013, tra cui gli accordi presi per l’esplorazione nel mar Nero, al largo della Crimea orientale, e che include i giacimenti di Subbotina, di Abiha, Maiachna e Kavkazka.
“Per questo blocco abbiamo concluso il negoziato con il governo precedente (ucraino), ora siamo nel mezzo di avere l’assegnazione del blocco senza sapere a chi appartiene, ma non abbiamo ancora pagato il bonus” ha detto ieri alla BBC lp’ad di Eni Paolo Scaroni.

Redazione

LEGGI ANCHE:
Crimea, disordini a Simferopoli: morti un soldato ucraino e un paramilitare filo russo