
A quasi 20 anni dal terribile incidente che mise fine alla vita e alla brillante carriera di Ayrton Senna, Google ha voluto dedicare il logo sulla sua homepage di oggi al grande pilota brasiliano, uno dei più vincenti della storia di questo sport.
Il “Doodle” di oggi, comunque, non vuole celebrare il triste momento della sua scomparsa, avvenuto il primo maggio del 1994, ma invece quello che sarebbe stato il suo 54esimo compleanno.
Nato a San Paolo il 21 marzo del 1960 da una famiglia agiata, Senna fin da piccolo sembrava un predestinato alla carriera automobilistica, avendo vinto il primo gran premio di go-kart a soli 13 anni.
Traferitosi in Inghilterra nel 1981, dopo alcuni anni di gavetta in Formula Tre, il pilota brasiliano approdò in Formula Uno nel 1984 nella scuderia Toleman-Hart, prima di passare l’anno successivo alla Lotus-Renault. Dopo aver vinto 6 gran premi in tre anni, nel 1988 Senna giunse all’apice della sua carriera con la Mclaren-Honda, dove il pilota suo compagno era il mitico Alain Prost.
I due si spartirono le vittorie del campionato mondiale di Formula Uno tra il 1988 e il 1992, con Senna che lasciò al collega di scuderia soltanto l’annata 1989. Prima che il pilota brasiliano si trasferisse alla Williams nel 1994 raramente si era vista una supremazia come quella portata avanti dalla coppia Senna-Prost (nella stagione ’88 vinsero tra tutti e due 15 dei 16 gran premi a disposizione, ndr).
Dopo il ritiro di Prost e l’approdo alla Williams, quando molte regole della Formula Uno vennero cambiate e impediti il controllo di trazione, le sospensioni attive e l’Abs, Senna, che aveva sempre avuto uno stile di guida spregiudicato, dichiarò: “ Ho sentimenti molto negativi quando guido la macchina e la porto al limite delle sue possibilità, alcuni di questi dovuti alla mancanza del cambio elettronico. In più l’auto ha alcune caratteristiche con le quali non mi sento completamente a mio agio. Sarà una stagione con molti incidenti, e rischierò dicendo che saremo fortunati se non succederà nulla di molto serio”.
Queste parole, che suonano come profetiche a posteriori, vanno però a braccetto con lo spirito con cui Senna affrontava il suo mestiere e la sua vita: “Voglio vivere in modo pieno, molto intensamente. Non vorrei mai vivere parzialmente, soffrendo per malattie o infortuni. Se mi dovesse mai capitare un incidente che alla fine mi costasse la vita, vorrei che succedesse in un istante”.
Campione dentro e fuori dalla pista, Ayrton Senna, forse anche per le sue origini benestanti, ha sempre mostrato una certa sensibilità nell’affrontare il problema della povertà nel mondo. E’ stato infatti stimato, fino al momento della sua morte, che avesse donato circa 400 milioni di dollari ad associazioni benefiche che aiutavano i bambini meno fortunati del Brasile.
Redazione