Vittime di mafia, Papa Francesco alla veglia di preghiera di ‘Libera’

Papa Francesco (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
Papa Francesco (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

Papa Francesco sta incontrando oggi, per una veglia di preghiera che si sta tenendo nella parrocchia di San Gregorio VII a Roma, i familiari delle vittime della mafia, accompagnati dai rappresentanti territoriali di ‘Libera’, l’associazione contro le mafie di Don Luigi Ciotti, e di altre associazioni ed enti che si battono contro il fenomeno mafioso. Dal 1996 a oggi, ogni anno, il 21 marzo, l’associazione di Don Ciotti organizza una giornata di riflessione nel corso della quale vengo letti nomi delle vittime di mafia. Quest’anno la manifestazione vera e propria si terrà domani a Latina, vista la disponibilità del Pontefice a partecipare a questo momento di veglia e riflessione.

Nel suo intervento, Papa Francesco ha avuto parole di biasimo nei confronti del sistema mafioso, che hanno riportato alla mente le frasi pronunciate da Papa Giovanni Paolo II nel 1993 ad Agrigento: “Per favore cambiate vita, convertitevi, fermatevi di fare il male. Convertitevi, per non finire all’inferno, è quello che vi aspetta se continuate su questa strada. Avete un papà e una mamma, pensate a loro. Il potere, il denaro che voi avere adesso da tanti affari sporchi, da tanti crimini mafiosi è denaro insanguinato, è potere insanguinato e non potrete portarlo all’altra vita”.

Aveva sottolineato don Ciotti a Radio Vaticana che “il Papa si è reso subito disponibile a partecipare, a riflettere, a pregare insieme. Sarà anche presente a quella lettura interminabile di tanti nomi – che per noi sono volti, storie, vissuti, speranze e fatiche di persone – per abbracciare centinaia e centinaia di familiari di vittime innocenti della criminalità mafiosa”. Il sacerdote ha ricordato come quello del Pontefice sia “un segno di grande attenzione da parte sua e di grande sensibilità e di partecipazione. E’ un segno di attenzione per un’umanità fragile, ferita: a queste persone hanno strappato gli affetti più cari e desiderano veramente tanto questo abbraccio”.

Presente in Chiesa anche Rosaria Costa, la vedova dell’agente Vito Schifani, facente parte della scorta del giudice Giovanni Falcone, vittima dell’attentato di Capaci del 23 maggio 1992. La donna, nel giorno dei funerali, urlò il suo dolore dall’altare, chiedendo la conversione dei mafiosi; oggi, spiega Don Ciotti “è felice di poter abbracciare il Papa, è felice di poter prendere la parola ma la cosa che mi ha chiesto è se può leggere la parte dei nomi dove c’è quello del grande amore della sua vita”.

Redazione online