Latina, corteo per vittime della mafia: Ciotti chiede che il 21 marzo diventi “giornata della memoria”

Don Ciotti (Getty Images)
Don Ciotti (Getty Images)

Oggi è in corso a Latina la “XIX giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie“, organizzata dall’associazione Libera di Don Ciotti. Nella città laziale hanno sfilato contro la mafia e in omaggio alle sue vittime oltre 100mila persone.

Parlando agli intervenuti alla manifestazione, Don Ciotti ha esordito: “Siamo venuti qui per affetto, stima e riconoscenza per questo territorio, qui ci sono belle persone e belle risorse. Siamo venuti per cercare verità per don Cesare Boschin e tanti altri e per non dimenticare che le organizzazioni mafiose attraversano tutto il territorio e anche l’Agro Pontino”. Il sacerdote anti-mafia ha voluto sottolineare la presenza di “migliaia di ragazzi”. “Qui c’è un’Italia intera che si è data appuntamento”, ha detto con orgoglio.

Don Ciotti ha poi voluto ricordare le parole rivolte ieri da Papa Francesco ai mafiosi: “‘Piangete e convertitevi, in ginocchio chiedo di cambiare vita’”.

“Le nostre antenne di cittadini ed associazioni – ha continuato Don Ciotti – ci dicono che qui le mafie non sono infiltrate, sono presenti. Fanno i loro affari nel settore dell’economia e della finanza. Se fosse solo un problema di criminalità basterebbero le forze dell’ordine, ma è anche un problema di case, di povertà e di politiche sociali“.

Il fondatore di Libera ha poi voluto ribadire come i fati rivelati dal pentito Carmine Schiavone sui rifiuti nella Terra dei Fuochi fossero conosciuti “da vent’anni”: “Mi sono stupito di chi si è stupito”, ha sottolineato. “Boschin vedeva tutto questo dalla sua finestra – ha aggiunto – e della sua morte non sappiamo ancora la verità. Non c’è strage in Italia di cui si conosca la verità“.

Ciotti ha poi chiesto “che la politica decreti per legge che il 21 marzo sia la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Chiediamo che lo Stato riconosca questo giorno. Non ci sono più alibi”.

Redazione