Egitto: altri 700 manifestanti pro Morsi a giudizio

Disperazione dei parenti dei condannati in Egitto (Getty images)
Disperazione dei parenti dei condannati in Egitto (Getty images)

Si svolge oggi l’ultima udienza del processo che si è aperto sabato a carico di 1200 sostenitori del presidente egiziano Mohammed Morsi deposto a luglio 2013 accusati di aver ucciso due poliziotti in degli scontri avvenuti il 14 agosto scorso e nei quali la polizia aveva disperso con la forza due sit-in al Cairo provocando la morte di centinaia di manifestanti. I manifestanti sono incoltre accusati di aver alimentato i disordini durante le proteste nonché di far parte di un’organizzazione terrorista (Fratelli Musulmani, ndr).

Il processo sta alimentando un clima di tensioni in Egitto: infatti ieri, i giudici della Corte d’Assise di Minya in Egitto hanno condannato a morte ben 529 manifestanti e ne hanno prosciolti 17.
Oggi, la Corte deve decidere la pena per i restanti 700 manifestanti, tra i quali anche la guida suprema Mohammed el-Badie e già si prospetta una giornata di disordini
Infatti, ieri, i famigliari dei detenuti hanno protestato violentemente contro la sentenza provocando taferrugli e piccoli scontri contro le forze dell’ordine che proteggono il tribunale.

La decisione di ieri che è stata definita la più grande condanna a morte collettiva della storia moderna dell’Egitto è stata fortemente criticata da Stati Uniti e Unione Europea e da molti rappresentanti delle organizzazioni non governative dei diritti umani.
Tuttavia, il direttore dell’Arab Network for Human Rights Information, Gamal Eid ieri ha sottolineato, (auspicandolo vivamente), che il verdetto con molte probabilità sarà modificato nei successivi gradi di giudizio. Come riporta Adnkronos, altri esperti sostegono la stessa ipotesi evidenziando che la sentenza sarà modificata presentando un appello alla Corte di Cassazione.

Redazione

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