Camera: Commissione agricoltura respinge aumento del 20% di frutta nelle bevande analcoliche

Arance
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Il Governo ha respinto la proposta della Commissione Agicoltura della Camera di aumentare il 20% della quantità di frutta nelle bevande analcoliche.

L’emendamento alla legge comunitaria era stato presentato dai deputati del PD, Nicodemo Oliverio e Michele Anzaldi, in Commissione affari costituzionali della Camera ed era stata già approvato a gennaio contro il parere dell’allora governo Letta che venne battuto in commissione Agricoltura.
Tuttavia, come riporta quotidianosanita.it il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Politiche europee, Sandro Gozi, ha reso ieri parere contrario nonstante le critche sollevate dai deputati del Pd.
Attualmente l’emendamento è all’esame della commissione Politiche Ue.

La proposta di modifica, sulla quale hanno espresso aprere contrario e il governo, è stata bocciata questa mattina ma già alcuni esponenti del Pd hanno rivolto una critica al ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina.

“Martina è il ministro delle Politiche agricole o delle multinazionali? E’ singolare che invece di difendere gli interessi dei nostri agricoltori e consumatori, sulla quota di frutta nei succhi il ministro preferisca tutelare le grandi aziende e vada contro il voto espresso dalla commissione Agricoltura su impulso proprio del Pd. L’aumento della quota di frutta nelle bevande analcoliche rappresenta una conquista che tutela maggiormente la salute dei consumatori, come dicono i medici, e dà impulso ai nostri produttori, in particolare quelli medi e piccoli” hanno scritto in una nota i deputati democratici Michele Anzaldi della commissione Agricoltura e Federico Gelli e Giovanni Burtone della commissione Affari Sociali.

“Una misura che sorprendentemente il ministro all’Agricoltura non ha voluto sostenere- scrivono i deputati- andando contro il suo stesso settore di competenza. Un atteggiamento poco comprensibile: nel momento in cui i parlamentari del Pd mostrano di saper resistere alle pressioni, la sconfessione arriva proprio dal titolare del ministero competente”.

Ma le crticihe, come riporta Tmnews, sono pervenute anche dai capogruppo Pd Commissione Agricoltura Camera e Senato, che hanno presentato l’emendamento, Oliverioe Ruta: “Da oggi le lobby delle bollicine potranno contare sul sostegno del Ministro Martina. Vogliamo sapere dal nostro ministro delle Politiche agricole se il governo ha più a cuore le multinazionali che non il Made in Italy, fondato, come ben sa Martina, sulla qualità e sulla tutela dei nostri prodotti. Purtroppo il parere contrario del governo alla quota minima obbligatoria di frutta nelle bevande analcoliche è una posizione grave, che non rispetta nemmeno il parere espresso dalla competente Commissione Agricoltura della camera. Dal Ministro ci saremmo aspettati una difesa risoluta del nostro comparto agricolo, dei nostri produttori di frutta e della salute dei nostri figli. Facciamo presente che non vogliamo pagare nessun pedaggio alle lobby e, in linea con l’inversione di marcia voluta e impressa dal premier Renzi vogliamo che l’Unione Europea sia una unione di popoli, non un terreno permeabile alle lobby e ai potenti di turno”.

COLDIRETTI – La stessa Coldiretti ha commentato: “Rimaniamo interdetti per la decisione della commissione Politiche dell’Ue della Camera di bocciare l’emendamento alla legge europea 2013 finalizzato a innalzare la percentuale minima di frutta nei succhi e bevande analcoliche dall’attuale 12% al 20%”. Il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo ha sottolineato come la decisione del Parlamento “getta nella più assoluta prostrazione i produttori di frutta, soprattutto del meridione, e danneggia i consumatori italiani, in particolare i bambini che avrebbero diritto ad alimenti di qualità superiore”.

Per Coldiretti, l’aumento al 20% del contenuto minimo di frutta nelle bevande analcoliche prodotte e commercializzate in Italia, equivarebbe a 200 milioni di chili di arance all’anno in più “bevute” dai 23 milioni di italiani che consumano bibite gassate.

“L’Italia con il primato europeo nella qualità e sanità degli alimenti ha il dovere di essere all’avanguardia nella battaglia per cambiare norme che sono difese in Europa solo dalle grandi lobby industriali”, sottolinea Monclavo spiegando che ciò “avrebbe concorso a migliorare concretamente la qualità dell’alimentazione e avrebbe dato un colpo a quella intollerabile catena dello sfruttamento che al Sud colpisce gli agricoltori e i trasformatori mentre le uniche ad aver vinto sono state le multinazionali dell’aranciata. Ora questa battaglia di verità e di trasparenza si sposta nelle aule parlamentari. Coldiretti garantisce il suo impegno ai produttori e ai consumatori italiani per rimuovere un atto di autentica ingiustizia”.

Redazione