Tratto dall’omonimo best-seller di Jonas Jonasson, il film Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve si configura come una deliziosa commedia, un esilarante road movie che rievoca pellicole come Forrest Gump, Non è un paese per vecchi, Little Miss Sunshine. Però, qui il protagonista è svedese, ed ha un bel po’ di anni in più.
Adattato per il grande schermo dal regista Felix Herngren, che ha affidato il ruolo del personaggio principale a Robert Gustafsson (vincitore del titolo di “Uomo più divertente della Svezia”), il film è un tocco magico dell’assurdo, un inno alla levità dell’esistenza umana, “perché la vita è com’è, e sarà come sarà”.
E infatti, Allan Karlsson, dopo anni estremamente intensi, finisce in una casa di riposo, convinto ormai di essere giunto alla fine dei suoi giorni, ma pochi giorni prima del suo centesimo compleanno, decide di fuggire da quel tedioso posto, scappando dalla finestra della sua stanza. Così, si ritrova coinvolto in una serie di eventi comici e rocamboleschi, tra i quali l’incontro con una gang di criminali, una serie di omicidi, una valigia piena di banconote, un elefante e un poliziotto incompetente. Il punto è che per Allan, questi sono solo eventi ordinari. Perché? Perché è stato testimone di alcuni degli eventi mondiali più importanti del XIX secolo, e ne ha addirittura influenzato il corso. Ha conosciuto molti personaggi storici famosi (Franco, Truman, Johnson, Stalin, ecc., oltre a un improbabile fratello scemo di Albert Einstein), grazie alle sue doti di artificiere e alla sua “scoppiettante” simpatia.
Così, seguendo una narrazione lineare, intervallata da alcuni flashback, lo spettatore scopre tutti gli antefatti del carismatico Allan, mentre sorride ai vari teatrini comici e agli eventi imprevedibili che accadono nel corso del tempo. Ma è il suo inguaribile, sincero, e ingenuo ottimismo la vera punta di diamante, perché è con esso che conforta i suoi drammi esistenziali (di sofferenze ne ha avute e parecchie!) e infonde nello spettatore quella disinvolta e briosa leggerezza che lascia margine di respiro e soprattutto di speranza.
Il risultato è un’avventura inusuale, vivace, mirabolante. Un film delizioso e godibile, assolutamente da non perdere, anche solo per il messaggio che si evince: Allan si comporta come in realtà dovremmo fare noi tutti i giorni, vale a dire vivere a pieno ogni istante senza pensare troppo al futuro.
Silvia Casini