
Si torna a parlare di cure palliative, con l’esponente Udc Paola Binetti, relatrice nel 2010 di una proposta di legge in materia, che ha posto l’attenzione, in una nota, al malato oncologico, “alla sua presa in carico e alla tutela dei suoi diritti, con uno sguardo a 360 gradi che includa sia la famiglia che il contesto professionale”. Secondo la Binetti, “il dolore dei più giovani è spesso sottovalutato, si immagina che il loro futuro sia molto probabilmente benevolo, che dimentichino presto il loro dolore infantile e che si aprano a nuove esperienze”.
Continua la deputata Udc: “Il contesto esterno appare spesso distratto e indifferente, mentre l’ambiente familiare è così appesantito dal dolore comune da non facilitare quella relazione di auto-aiuto di cui tutti in modo diverso hanno bisogno”. Poi ha evidenziato l’iniziativa di una “giovane che perse il papà all’età di 11 anni, che si è fatta promotrice di un laboratorio di comunicazione creativa, proposta di un nuovo e più articolato modello di integrazione delle cure fornite alla famiglia in cui ci sia un malato oncologico”.
“I progressi della ricerca farmacologica, la disponibilità di strumenti normativi all’avanguardia anche in Europa” – ha concluso Paola Binetti – “non possono farci dimenticare che il principale bisogno di questi malati resta quello di mantenere fino alla fine una intensa rete di rapporti umani, da quelli familiari a quelli con i professionisti che se ne prendono cura con attenzione a tutti i loro bisogni, compresi quelli di natura psicologica”.
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