Italia, Prandelli spiega tutte le sue scelte

Cesare Prandelli (getty images)
Cesare Prandelli (getty images)

 

Il Ct dell’Italia Cesare Prandelli ha concesso un’intervista a La Gazzetta dello Sport dove ha spiegato tutte le sue scelte, esclusi compresi. Ecco alcune delle sue parole:

Sulla lista dei 30: ”Tutte le scelte sono criticabili: noi abbiamo convocato questi trenta dopo aver analizzato la stagione e letto i risultati dei test fisici. Ci sono stati giovani che si sono messi in mostra, la maggior parte dei c.t. va in questa direzione e sarebbe stato sbagliato pensare di ringiovanire dopo il Mondiale: 40 giorni molto impegnativi, delicati a livello di recupero e prevenzione, in cui sarà necessario spendere delle energie”.

Sugli esclusi: ”Non ho avvertito personalmente gli esclusi. Non ho voluto farlo. L’ultima volta a Coverciano per i test li avevo davanti tutti e 41 e gliel’ho detto: “Non chiamerò gli esclusi per avvertirli”. E mi pareva giusto farlo nello spogliatoio perché dire a un giocatore “non vieni al Mondiale” non è solo imbarazzante: di più. Ci tengo a dire che mi dispiace molto anche per Diamanti e Giaccherini: so che vivono una delusione, li voglio ringraziare. E a questi due aggiungo Zaza, che deve soltanto credere di più in se stesso”.

Su Giuseppe Rossi: ”L’ho convocato perché quattro mesi e mezzo fa, prima dell’infortunio, era capocannoniere della Serie A e lo è rimasto qualche settimana ancora dopo essersi fatto male, segno che stava compiendo qualcosa di straordinario. La sua chiamata è un messaggio per tutti: se uno vuole una cosa e lotta e fa fatica per quella cosa, merita una chance. Un po’ quello che fece Lippi con Totti nel 2006. Rossi è un campione anche di comportamento, il che non significa che sarà di sicuro fra i 23. Lui o Cassano? Nessuno è legato a nessuno: ora avremo dieci giorni di lavoro fisico dai quali mi aspetto risposte anche scientifiche, senza dovermi basare solo sulle sensazioni. Potrebbero venire anche tutti e due: non escludo nulla”.

Su Criscito: ”Questa è stata una scelta tecnica e con tutto il rispetto, non ho lasciato a casa Cabrini o Paolo Maldini. Noi seguiamo tutti i campionati, abbiamo 15 persone che vanno a osservare giocatori in giro per l’Italia e l’Europa e non mi sembra che lo Zenit in Europa abbia fatto chissà che cosa. Quelli del Psg ci sono… Premesso ciò, a sinistra abbiamo anche altre idee”.

Su Balotelli: ”Meglio da solo o con un compagno di reparto? Rispondo con i dati, di presenze e gol: in campionato Mario ha segnato 14 gol, è stato praticamente sempre davanti e spesso da solo, anzi da solo ha giocato le sue migliori partite. Con la palla a noi deve stare là, in area, non deve venire incontro, e in questo ha ragione Berlusconi. Se a star là per 10 minuti si annoia, pazienza: deve restare concentrato sui movimenti giusti”.

Su Immobile: ”Ha fatto tanti gol e queste sono le risposte giuste a quelli che dicevano: “E’ un ragazzo”. Fino a dieci mesi fa nessuno lo considerava, lui con caparbietà è diventato protagonista. Nella storia dei Mondiali ci sono degli attaccanti con percorsi simili: penso a Paolo Rossi, a Schillaci. Tutti devono capire che uno può giocare solo una partita, ma può essere “la” partita”.

Marco Orrù