Terra Santa, il Papa incontra la famiglia reale di Giordania: “Rispetto per dialogo interreligioso”

Il Santo Padre al suo arrivo all’aeroporto di Amman, in Giordania, una delle tre tappe della sua visita in Terra Santa, è stato accolto da alcuni bambini che hanno regalato a Papa Francesco un’orchidea nera, simbolo della Giordania.

Papa Francesco (Getty images)
Papa Francesco (Getty images)

Il pontefice è stato accolto dal rappresentante di Re Abdallah II, il Principe Ghazi bin Muhammed, dal Patriarca di Gerusalemme dei Latini, mons. Fouad Twal, e dal Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa.
Presenti tra gli altri, anche il Nunzio Apostolico, mons. Giorgio Lingua, l’arcivescovo greco-melkita di Petra e Filadelfia, mons. Yaser Rasmi Hanna Al-Ayyash, l’arcivescovo di Baghdad dei Latini, mons. Jean Benjamin Sleiman e il Vicario latino per la Giordania.

Papa Francesco è stato poi accolto dalla famiglia reale al Palazzo Reale Al-Husseini di Amman, per una cerimonia di benvenuto.
Ingente lo schieramento delle forze dell’ordine in divisa o in borghese: si parla di almeno 10 mila agenti impegnati nella servizio di sicurezza in occasione della visita del Santo Padre.

Come hanno mostrato le immagini televisive, il Santo Padre si è seduto assieme alla famiglia reale e in seguito ha tenuto un confronto con il re Abdallah di Giordania.
Nel suo discorso il re Abdallah ha rivolto il benvenuto al santo Padre esordendo: “Santità, lei si è impegnato per il dialogo, specialmente con l’Islam”.
Il re ha poi espresso la propria felicità di essere “il primo Paese musulmano a ricevere la sua visita” e ha auspicato “che possiamo continuare il nostro lavoro insieme” in special modo rispetto ai “terribili costi delle divisioni religiose settarie”.
Nel suo intervento il re della Giordani ha anche sottolineato la necessità di “aiutare la Siria a ritrovare un futuro” e di risolvere il conflitto fra israeliani e palestinesi intraprendendo “passi coraggiosi per la coesistenza”.
Re Abdallah di Giordania ha poi ribadito il valore della convivenza tra diverse religioni, spiegando che la base della coesistenza, devono essere “il rispetto reciproco, la pace e la devozione per Dio”.

Nel suo intervento il Santo Padre ha ricordato come la Giordania “presta generosa accoglienza a una grande quantità di rifugiati palestinesi, iracheni e provenienti da altre aree di crisi, in particolare dalla vicina Siria, sconvolta da un conflitto che dura da troppo tempo” evidenziando che “tale accoglienza merita la stima e il sostegno della comunità internazionale” e assicurando che la Chiesa “vuole impegnarsi nell’assistenza ai rifugiati e a chi vive nel bisogno, soprattutto tramite Caritas Giordania”.

Sul tema scottante della questione siriana, il pontefice, constatando “con dolore” la permanenza di forti tensioni in Medio Oriente, ha incoraggiato ad “impegnarsi nella ricerca dell’auspicata durevole pace per tutta la Regione” precisando che si rivela “quanto mai necessaria e urgente una soluzione pacifica alla crisi siriana, nonché una giusta soluzione al conflitto israeliano-palestinese”.

Anche il Pontefice ha parlato del rispetto interreligioso, facendo presente del suo “rispetto” e della sua “stima”.
Il Santo Padre ha poi espresso apprezzamento per “il ruolo di guida” svolto da re Abdullah II “nel promuovere una più adeguata comprensione delle virtù proclamate dall’Islam e la serena convivenza tra i fedeli delle diverse religioni” e ha poi ringraziato la Giordania per aver “incoraggiato diverse importanti iniziative a favore del dialogo interreligioso per la promozione della comprensione tra ebrei, cristiani e musulmani”.

Il Papa si è anche rivolto alle comunità cristiane che “offrono il loro contributo per il bene comune della società nella quale sono pienamente inserite” sottolineando che “pur essendo oggi numericamente minoritarie, esse hanno modo di svolgere una qualificata e apprezzata azione in campo educativo e sanitario, mediante scuole ed ospedali, e possono professare con tranquillità la loro fede, nel rispetto della libertà religiosa, che è un fondamentale diritto umano e che auspico vivamente venga tenuto in grande considerazione in ogni parte del Medio Oriente e del mondo intero”.
“Esso – prosegue Papa Bergoglio – comporta sia la libertà individuale e collettiva di seguire la propria coscienza in materia religiosa, sia la libertà di culto … la libertà di scegliere la religione che si crede essere vera e di manifestare pubblicamente la propria credenza. I cristiani si sentono e sono cittadini a pieno titolo ed intendono contribuire alla costruzione della società insieme ai loro concittadini musulmani, offrendo il proprio specifico apporto”.

Infine il Santo padre ha rivolto uno “speciale augurio per la pace e la prosperità del regno di Giordania e del suo popolo, con l’auspicio che questa visita contribuisca ad incrementare e promuovere buone e cordiali relazioni tra cristiani e musulmani. E che il Signore ci aiuti ad affrontare la paura del cambiamento a cui ha fatto riferimento Sua Maestà”.
Papa Francesco ha poi concluso: “Vi ringrazio per la vostra accoglienza e cortesia. Dio Onnipotente e Misericordioso conceda alle Vostre Maestà felicità e lunga vita e ricolmi la Giordania delle sue benedizioni. Salam!”.

Redazione

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