La carta vincente di Matteo Renzi, per sondaggisti interpellati dall’Adnkronos, è stata «la concretezza». Si spiega così l’affermazione elettorale del PD. Secondo Renato Mannheimer decisiva è stata la voglia degli italiani di un governo del fare, che porti a termine le riforme annunciate. «Molti hanno votato Renzi turandosi il naso, sapendo che questa era l’ultima speranza». Una tendenza che si è trasformata in realtà all’indomani della giornata elettorale con un Renzi innalzato sopra al 40 %. Nicola Piepoli analizza il risultato elettorale ponendolo in parallelo con la sfida del 2002 tra Jacques Chirac e Jean Marie Le Pen per la presidenza della Repubblica francese, con il leader del Front National giunto ad un passo dall’Eliseo, nel ballottaggio contro Jacques Chirac. L’elettorato francese di sinistra votò compatto per Chirac pur di non vedere Le Pen a guida della Repubblicà. Secondo Piepoli nelle scontro tra Grillo e Renzi la risposta dell’elettorato è stata: «Mai i 5 Stelle alla guida del Paese: 5 milioni di elettori di destra e centrodestra hanno votato per il PD. Non era capitato prima e non capiterà più». Grillo, secondo Piepoli «ne esce con le ossa rotte. È in riflusso e la tendenza a non risalire l’onda è forte».
Matteo Renzi (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)