
Ricompare Tony Blair. Secondo il Financial Times, l’ex-premier britannico avrebbe comunicato ad Angela Merkel la disponibilità a guidare una campagna pro-europea. Il motivo del rinnovato interesse per l’Europa da parte di Blair risiederebbe nella volontà di argine l’avanzata degli euroscettici in Inghilterra, in Francia e in altre nazioni e rilanciare la Ue.
“Il voto a favore dei partiti populisti anti-Unione Europea alle elezioni europee deve dare la sveglia a tutto il continente, spingendo la Ue a fare le riforme necessarie al suo miglior funzionamento, ma anche a ribadire i vantaggi dell’Unione per i paesi che vi appartengono”. Così si è espresso Tony Blair in un discorso davanti alla Cbi, la Confindustria del Regno Unito, quasi a voler confermare le indiscrezioni del Financial Times in quello che potrebbe diventare il prologo del suo ritorno in campo nella politica europea nel ruolo, per lui abitudinario, di grande oratore. Blair ha lasciato Downing street sette anni or sono. Candidatosi senza fortuna per la Presidenza del Consiglio d’Europa, dove fu eletto il belga Herman von Rampuy, l’ex-leader laburista potrebbe non aver rinunciato all’idea di ottenere una carica di rilievo nell’Unione. Sebbene un portavoce abbia smentito l’ipotesi di investiture ufficiali affermando che “Blair non punta ad alcun ruolo formale” l’ipotesi di una sua candidatura allaPresidenza della Commissione Ue potrebbe far convergere l’assenso dei moderati e dei progressisti all’interno del Parlamento Europeo.
Sono ottimi i suoi rapporti con il premier britannico conservatore David Cameron e in Italia Matteo Renzi non nasconde di averlo tra le sue fonti d’ispirazione
Intanto l’ex-premier lussemburghese Jean-Claude Juncker, nel corso di un’intervista al quotidiano tedesco Bild si dice certo di diventare l’erede di Juan Manuel Barroso al vertice della Ue: «Sarò io ad essere eletto presidente della Commissione Europea entro luglio». Il veto di David Cameron a quanto pare non lo preoccupa. Ma i dubbi su Juncker si moltiplicano. Nell’incertezza cominciano a circolare altri nomi oltre a quello di Balir. E sono piuttosto i nomi di tre donne: la premier danese Helle Thorning-Schmidt, la direttrice del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde e la presidente della Lituania Dalia Grybauskaite.
Redazione