Autobus giù da viadotto: la barriera non era integra

L'autobus caduto dal viadotto dell'autostrada Napoli-Canosa (STRINGER/AFP/Getty Images)
L’autobus caduto dal viadotto dell’autostrada Napoli-Canosa (STRINGER/AFP/Getty Images)

Nel luglio dello scorso anno un autobus che trasportava un gruppo di pellegrini in gita precipitò da un viadotto dell’autostrada A16 Napoli-Bari, in provincia di Avellino, in Irpinia. Nell’incidente morirono 40 persone, chi sul colpo, chi dopo una lunga agonia in ospedale. Una tragedia sconvolgente che impressionò le cronache della scorsa estate.

Nell’incidente, l’autista dell’autobus tentò disperatamente le frenata trovandosi di fronte una colonna di mezzi fermi a causa del traffico, proprio all’altezza del viadotto, e per evitare di travolgerli spostò il mezzo verso la barriera in new jersey esterna, che tuttavia non riuscì a contenere il pullman che cadde dal viadotto, in un volo di oltre 30 metri.

Ora, dopo che è stata accertata la scarsa manutenzione del veicolo e la falsità della revisione disposta poche settimane prima dell’incidente e per la quale ci sono degli indagati, le perizie hanno aggiunto un altro elemento che ha contribuito ad aggravare la situazione: lo stato di degrado dei tirafondi (gli ancoraggi delle barriere di protezione) della barriera del viadotto. Proprio questo elemento è “la causa fisica principale del fatto che la barriera non è stata in grado di contenere il veicolo”, si legge nella perizia.

Se la barriera fosse stata in buono stato di manutenzione non sarebbe stata sfondata dall’autobus, ma lo avrebbe trattenuto impedendogli di precipitare giù dal viadotto, è la conclusione dei periti. I tiranti, hanno aggiunto, erano in condizioni di degrado da oltre 10 anni. La perizia è stata depositata in procura ad Avellino.

Sulla base di queste nuove indagini, dovrebbe essere archiviata definitivamente la posizione di Ciro Lametta, l’autista dell’autobus di 44 anni, morto nell’incidente, che aveva tentato la frenata disperata e la cui iscrizione nel registro degli indagati era stato un atto dovuto.

Redazione