
Alla fine la risposta scritta del Movimento 5 Stelle è arrivata, in bella mostra, sul blog di Beppe Grillo. E’ l’epilogo di una giornata convulsa iniziata con la cancellazione dell’incontro tra pentastellati e PD fissato per ieri alle 15 alla Camera. Incontro saltato, secondo i Democratici, per la ritrosia del Movimento a rispondere per iscritto a 10 domande chiave sulle riforme. Ne segue un pomeriggio di polemiche, con un intervento al veleno di Beppe Grillo sul blog ed un tweet stizzito di Renzi. Sembrava una storia già chiusa. I 5S invece giocano d’anticipo sull’ondata di polemiche, smentite e rivendicazioni che già il giorno dopo avrebbero caratterizzato la vicenda e pubblicano le dieci risposte. Non senza prima un breve riepilogo di quanto accaduto nei giorni precedenti. I grillini rivendicano di aver dato conforto scritto al PD già due volte. La prima ad un quesito di 5 punti, successivamente ampliato fino a comprendere dieci punti. La seconda tramite “Luigi Di Maio, Vicepresidente della Camera, tramite un’intervista pubblicata domenica 6 luglio su uno dei principali quotidiani del Paese. Non vi è bastato – scrivono i grillini rivolgendosi al PD- “Poche ore prima dell’incontro avete preteso che rispondessimo una seconda volta, come se il contenuto dell’intervista cambiasse da scritto su un quotidiano a scritto in una lettera”. Tuttavia scrivono i 5 Stelle ci accingiamo “a rispondere per la terza volta. In modo tale che non abbiate più alibi e non possiate più raccontare agli Italiani che il tavolo di lavoro è saltato per colpa nostra”. Il blog ripropone le domande e, di seguito le risposte dei 5Stelle. Sono 10 sì, sebbene con sfumature e differenze talvolta rilevanti.
1. Per noi un vincitore ci vuole sempre. L’unico modello che lo assicura è la legge elettorale che assegna un premio di maggioranza al primo turno o al secondo turno. Vi chiediamo: siete disponibili a prevedere un ballottaggio, così da avere sempre la certezza di un vincitore? Noi sì.
2. Siete disponibili a assicurare un premio di maggioranza per chi vince, al primo o al secondo turno, non superiore al 15% per assicurare a chi ha vinto di avere un minimo margine di governabilità? Noi sì.
I 5 Stelle rispondono sì ad entrambi i quesiti. Tuttavia la legge elettorale e – la certezza di un vincitore – si devono realizzare “attraverso un modello” diverso da quello previsto nella legge Berlusconi-Renzi il c.d. Italicum che “non esiste in nessun sistema democratico al mondo. Per evitarla siamo disponibili a prevedere un ballottaggio”. La proposta dei 5 Stelle si articola in tre passaggi: elezioni su base proporzionale privo di soglie di sbarramento per consentire a chiunque di correre per il Parlamento “e colmare il deficit di rappresentatività” dell’Italicum; in caso di superamento della soglia del 50% + 1 dei seggi un premio di governabilità minimo limitato al 52% dei seggi; nel caso in cui nessuno raggiunga la maggioranza al primo turno, un secondo turno tra i due partiti più votati, al cui vincitore viene assegnato il 52% dei seggi. “Siamo dunque disponibili”, sottolineano ancora i 5 Stelle, “ ad un turno di ballottaggio, nel caso in cui il primo turno non veda nessuna forza politica ottenere la maggioranza dei seggi, per attribuire un numero di seggi tali da assicurare a chi ha vinto un minimo margine di maggioranza“.
3. Siete disponibili a ridurre l’estensione dei collegi? Noi sì.
“Si” – scrivono ancora i 5 Stelle: “la riduzione è possibile, ma questo e altri elementi tecnici dipendonodall’impianto della legge e da come si vuole realizzare”.
4. Siete disponibile a far verificare preventivamente la legge elettorale alla Corte costituzionale, così da evitare lo stucchevole dibattito “è incostituzionale, è costituzionale”? Noi sì.
“ Siamo disponibili – scrivono ancora – tuttavia abbiamo urgenza di capire come dovrebbe intervenire il controllo sulla legge elettorale in discussione. Il Presidente del Consiglio ha detto che la legge sarà promulgata dopo la prima lettura da parte del Senato della riforma della Costituzione. Questo significa che il controllo non sarà previsto per la legge elettorale in discussione. Come pensate di risolvere questa contraddizione?” Domandano i 5 Stelle.
5. Siete disponibili a ridurre il potere delle Regioni modificando il titolo V e riportando in capo allo Stato funzioni come le grandi infrastrutture, l’energia, la promozione turistica? Noi sì.
Il Sì a questa domanda rimane una petizione di principio: le problematiche sulle competenze risultano complesse. Scrivono i 5Stelle: “Siamo disponibili ad una modifica del Titolo V, sebbene riteniamo che l’impianto proposto nell’attuale riforma non sia funzionale alla risoluzione dei problemi provocati da quella del 2001.
Nel nuovo quadro vengono definite solo le competenze statali, e quelle regionali non sono più residuali ma sono specificamente elencate. Tuttavia la nuova definizione di competenze non sembra risolutiva: dove finisce” scrivono i grillini “la “programmazione e organizzazione dei servizi sanitari” (materia di competenza regionale) e dove iniziano le “disposizioni generali e comuni per la tutela della salute” (di competenza statale)?” E aggiungono: “La previsione di una “clausola di supremazia” per la quale «su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale» potrebbe creare “una grave disfunzione applicativa” in quanto “concetto per sua natura amplissimo e difficilmente delimitabile” . E aggiungono: “non si capisce, perché debba provenire dal Governo la proposta per l’utilizzo della clausola di supremazia e non dal Parlamento. È facile immaginare che un Governoche si regge sull’abuso dell’utilizzo dello strumento della questione di fiducia per imporsi al Parlamento, utilizzerà nello stesso modo la clausola di supremazia per imporsi alle Regioni”.
Vanno inoltre definite, secondo i grillini, “le materie da riportare in capo allo Stato, oltre a quelle elencate”.
6. Siete disponibili ad abbassare l’indennità del consigliere regionale a quella del sindaco del comune capoluogo e eliminare ogni forma di rimborso ai gruppi consiliari delle Regioni? Noi sì.
Il Movimento risponde: “Non si capisce in che modo il Parlamento potrebbe intervenire su questa materia, che dovrebbe essere di competenza regionale. Il PD governa la maggior parte delle Regioni da molto tempo, per cui non è chiaro che cosa stia aspettando per procedere. La risposta a questa domanda è “noi sì, e lo facciamo già”
7. Siete disponibili a abolire il CNEL? Noi sì.
Sul punto i 5Stelle vanno oltre la proposta e pongono loro stessi una domanda: “Considerato che non vi è relazione diretta tra l’abolizione del CNEL e il resto del progetto di riforma, siete disposti a scorporare l’abolizione del CNEL dal resto delle riforme costituzionali, in modo da vederlo approvato ad amplissima maggioranza e in tempi più rapidi?”
8. Siete disponibili a superare il bicameralismo perfetto impostando il Senato come assemblea che non si esprime sulla fiducia e non vota il bilancio? Noi sì.
Il Movimento risponde “Non siamo pregiudizialmente contrari, a condizione che l’esistenza di tale assemblea abbia ancora una precisa funzione nel disegno istituzionale”.
9. Siete disponibili a che il ruolo del Senatore non sia più un incarico a tempo pieno e retribuito ma il Senato sia semplicemente espressione delle autonomie territoriali? Noi sì.
Anche in questo caso la risposta è affermativa ma il Movimento rilancia: “ Perché un ruolo importante come quello del rappresentante delle autonomie territoriali non dovrebbe essere a tempo pieno?” E scrive inoltre: “Il testo che si va formando attribuisce una serie di poteri al Senato – tra cui l’elezione del Presidente, dei giudici costituzionali, dei membri laici del Csm, competenza decisionale nelle leggi di riforma costituzionale – che vanno molto al di là dei poteri locali e inconciliabili con una formazione di secondo grado. In presenza di tali attribuzioni – conclude il Movimento – è irrinunciabile l’elettività dei senatori”. Sulla questione delle retribuzioni i 5 Stelle chiedono: “Siete disponibili al dimezzamento immediato delle indennità e degli emolumenti di tutti i parlamentari e degli stanziamenti previsti per i gruppi parlamentari? Noi lo abbiamo già fatto. E per farlo – concludono i 5 Stelle – non occorrono complessi procedimenti di revisione costituzionale, ma volontà politica”.
10. Siete disponibili a trovare insieme una soluzione sul punto delle guarentigie costituzionali per i membri di Camera e Senato, individuando una soluzione al tema immunità che non diventi occasione di impunità? Noi sì.
“Sì. La nostra proposta in merito è semplice” scrivono ancora i grillini “riteniamo necessario e sufficiente cancellare le immunità attualmente previste, all’infuori della garanzia dell’insindacabilità per le opinioni e i voti espressi”.
La lettera si conclude con altre sottolineature: “Noi intendiamo, per responsabilità e non perdere altro tempo, passare sopra il teatrino che avete messo in piedi e ci auguriamo che non troviate altri pretesti. L’unica cosa a cui teniamo è che si faccia una buona legge elettorale per i cittadini”. La giornata si conclude così. La palla, ora, passa al PD.
Redazione