Riforme: modificato il quorum per eleggere il Capo dello Stato

La Camera dei Deputati (Foto: ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)
La Camera dei Deputati (Foto: ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)

Ieri la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato un emendamento che modifica l’art 83 della Costituzione, quello sull’elezione del Presidente della Repubblica. La nuova norme introduce un innalzamento del quorum necessario per l’elezione del Capo dello Stato, prevedendo che la maggioranza qualificata di due terzi dell’assemblea sia necessaria per le prime quattro votazioni, quindi occorra una maggioranza di tre quinti per altre quattro votazioni e solo alla nona votazione il Presidente della Repubblica possa essere eletto a maggioranza assoluta. Ora invece l’art 83 della Costituzione prevede che il Capo dello Stato è eletto dai due terzi dell’assemblea nei primi due scrutini, mentre al terzo è sufficiente la maggioranza assoluta.

L’altra novità è data dall’eliminazione dei 58 delegati regionali (3 per ogni Regione, eccetto la Valle d’Aosta che ne ha solo uno) dall’assemblea che elegge il Presidente della Repubblica. L’eliminazione era stata chiesta da Forza Italia per evitare squilibri all’interno dell’assemblea. Quindi per effetto della nuova norma, il Presidente della Repubblica sarà eletto da 630 deputati e dai 100 senatori che formeranno il nuovo Senato e che proverranno proprio dalle Regioni.

L’emendamento di riforma dell’art 83 è stato presentato dal senatore del Pd Miguel Gotor, che ha espresso soddisfazione per l’approvazione, precisando tuttavia di volerlo riproporre per inserire nell’assemblea che elegge i Capo dello Stato anche i 73 deputati italiani del Parlamento europeo. “Sempre di più il presidente ha un ruolo legato alle vicende europee”, ha spiegato Gotor.

L’emendamento è stato approvato dai partiti della maggioranza di governo e da Forza Italia, tranne il senatore Augusto Minzolini che si è astenuto, mentre hanno votato contro Sel e il Movimento 5 Stelle.

Oggi il disegno di legge di riforma costituzionale approda in Aula al Senato.

Redazione