Riforme, il Ministro Boschi “ Le opposizioni ritirino gli emendamenti”

Maria Elena Boschi (Getty IMages)
Maria Elena Boschi (Getty IMages)

Forse l’8 agosto come si era detto, forse più tardi il 10 oppure il 12. Cambia poco “si andrà avanti fino a quando non l’approveremo”. Una settimana di scontri sula riforma del Senato non sembra aver intaccato le certezze nel Ministro per gli Affari Costituzionali, non in apparenza. “Non mi preoccupo per Sel, 5 Stelle e Lega che marciano sul Colle, mi preoccupo per la guerra in Medioriente, per la situazione in Ucraina” dice il Ministro. Quanto alle riforme gli ostacoli verranno superati, a partire dal numero legale “Lo garantiranno i senatori del PD, della maggioranza e anche il gruppo di FI. Se Sel, Lega e 5Stelle preferiscono stare fuori dall’aula, possono già da adesso rinunciare all’indennità”. Nel corso di un’intervista concessa a Repubblica Maria Elena Boschi si dice convinta che la riforma del Senato non rappresenti alcun pericolo per la democrazia “non c’è alcun rischio di svolta autoritaria. La riforma propone il superamento del bicameralismo perfetto, abolisce il Cnel, le Province e rivede i poteri tra Stato e Regioni”. E insiste sul punto divenuto motivo di scontro con l’opposizione: “Ottomila emendamenti sono un ricatto”. Un ricatto tuttavia che il contingentamento dei tempi di discussione non sembra poter neutralizzare del tutto, tanto che il Ministro lancia un appello ai dissidenti: “Chiedo di dare un segnale di buona volontà: ritirate gli emendamenti”. Contropartita nessuna, o quasi: “Quelli di merito saranno oggetto di confronto politico, consentendo così ai cittadini di farsi un’opinione”.

Nel ragionamento del Ministro il compito di opporsi alla riforma del Senato non spetta ai dissidenti attraverso il dibattito parlamentare ma, in ultima istanza, ai cittadini. Il Ministro tiene a sottolineare: “comunque sottoporremo le riforme a referendum e saranno i cittadini ad avere l’ultima parola”. Del rischio di un fallimento con la prospettiva di un voto anticipato neanche a parlare: “Non voglio pensare a voti anticipati, ma solo ad andare avanti per condurre il paese fuori dall’immobilismo”. Il Senato è la priorità, ribadisce il Ministro, a cominciare dall’Italicum che “verrà in un secondo momento – e promette: “Siamo disponibili a modifiche sulle soglie e le preferenze”. Sulle emergenze del Paese – il lavoro, il fisco – la Boschi assicura: “Ci stiamo lavorando Andremo avanti anche sulla riforma della giustizia”.Qui non manca l’annuncio in grande stile, tipico dell’Esecutivo: “Il primo settembre verrà presentata la road map dei prossimi tre anni di Governo” i mille giorni che dovranno cambiare l’Italia. E sul “rischio reale” che nei mille giorni “Renzi si trasformi nell’uomo solo al comando, con i “nominati” dell’Italicum, un forte premio di maggioranza, il Senato non elettivo” Maria Elena risponde: “Non è un uomo solo al comando. È il leader di un partito che ha preso il 41%: un risultato storico. Tutto si può dire tranne che sia solo”. Solo certamente no, fedelmente accanto a lui c’è il Ministro.

A Strasburgo il premier ha parlato di Europa, dicendo che se “si facesse un selfie sarebbe il volto della noia”; per tutta risposta le Ue lo tiene sulla corda sulla nomina del Ministro Mogherini ad Alto Rappresentante per la politica estera. In Parlamento il Ministro Boschi cita Fanfani e De Andrè e si dice sicura del risultato. La risposta quella vera – sopratutto sulla scelta di dare la priorità alla riforma del Senato rispetti ad altre emergenze – verrà da quei dati Istat che attendo l’Esecutivo ai primi di agosto, proprio nei giorni in cui il premier Renzi ed il Ministro Boschi prevedono di poter portare a casa il risultato sulla riforma del Senato. Sarà un successo, assicura il Ministro. E comunque mai parlare di autoritarismo: “Intanto per noi del PD sono previste le primarie. Poi vedremo cosa accadrà”.

Redazione