
Il madrileno Pedro Sanchez è il vincitore delle primarie nel Partito Socialista Obrero Español. Ieri è stato insignito formalmente come successore di Alfredo Pérez Rubalcaba nel corso del Congresso che si è svolto a Madrid. Laureato in economia, esperto di politica economica dell’Unione europea e di integrazione economica e monetaria dell’Europa. Dal 2008 insegna Struttura e Storia del pensiero economico all’Università Camilo José Cela di Madrid. Sanchez è il primo segretario generale scelto attraverso primarie aperte a tutti gli iscritti. Ha annunciato che sarà poco presente nella sede madrilena del partito in via Ferraz e molto nei territori e nelle federazioni locali. “Noi siamo il partito del cambiamento” – ha detto Sanchez – “sono convinto che lo strumento più formidabile per il progresso della Spagna sia solo il Partito Socialista Operaio Spagnolo”. Sanchez 42 anni, due figlie, è esperto di social network, e parla tre lingue: ha avuto un’ascesa fulminea. Ha lavorato al Parlamento europeo e come capo gabinetto per l’Onu in Bosnia, durante la guerra del Kosovo. Nel 2000 entra nella squadra dei collaboratori di José Zapatero quando quest’ultimo è elettro segretario del PSOE. Nel 2013 l’inizio di un’ascesa rapidissima: dopo un periodo in cui ha ricoperto incarichi a livello municipale entra al Congresso e diventa portavoce della Commissione sul clima. La sua ascesa è stata accelerata dalle dimissioni di Rubalcaba, dopo la sconfitta nelle elezioni per il Parlamento europeo. Diviene presto uno dei candidati per la successione. L’economista madrileno ha saputo in brevissimo tempo conquistare il partito riuscendo ad attrarre gli elettori con competenza ed un linguaggio incentrato sul cambiamento. Tra le cose su cui Sanchez sembra convinto è la necessità da parte del Psoe di opporre una severa e competente critica alla politica economica determinata da Bruxelles. La preparazione di “tecnica” di Sanchez sembra un’arma quanto mai opportuna e necessaria.
Al carisma e alla preparazione lo spagnolo aggiunge un’avvenenza che gli ha portato il soprannome di “el guapo” il bello.
Ieri l’altro enfant prodige della Sinistra europea, Matteo Renzi, era atteso per la chiusura della due giorni del Congresso di Madrid. Il premier ha tuttavia scelto di essere a Genova per l’arrivo della Concordia. Da Palazzo Chigi Renzi ha inviato un videomessaggio a Pedro: “Abbiamo bisogno di lavorare insieme per fare un’Europa diversa, che si preoccupi di più delle famiglie e del lavoro e meno dei burocrati e delle banche; per fare un Europa che parli al cuore delle persone e non soltanto alle slide dei tecnici; un Europa che recuperi la bellezza delle politica e non soltanto il rigore delle austerità. Non basta avere in comune una moneta se non abbiamo in comune un destino. Abbiamo bisogno di voi per costruire un’Europa che cambi linguaggio e profumi di futuro; da soli non riusciremo a fare niente. E’ molto difficile continuare a credere nella politica ma dobbiamo farlo. Possiamo portare la Sinistra europea a vincere solo se diciamo che la politica è una cosa seria”.
Il cammino di condivisione con il leader spagnolo auspicato da Renzi dovrà tuttavia passare attravers un confronto e un probabile riallineamento delle strategie. Secondo Sanchez, infatti, il primo passo da compiere per combattere l’austerity europeasarebbe stato quello di non votare Juncker cosa che invece il nostro premier, pur polemizzando con banchieri e tecncrati, ha finito diligentemente per fare. L’Europa che “profuma di futuro” passa anche per qualche disobbedienza, per fare in modo che quella “politica” invocata dal premier trovi finalmente spazio.
Redazione