Conti pubblici, il Governo deve trovare 20 miliardi

Matteo Renzi (getty images)
Matteo Renzi (getty images)

Governo corre ai ripari in previsione della nuova frenata del Pil, la cui conferma pare ormai scontata. I dati Istat sono attesi per il prossimo 6 agosto ma, ufficialità a parte, l’economia prossima alla recessione è già un dato di fatto, così come la tensione sui conti pubblici. E’ probabile che le stime si assestino sulla previsione della Banca d’Italia che stima una crescita del Pil non superiore allo 0,2%. Un risultato di molto inferiore alla crescita dello 0,8% indicata da governo Renzi sul Def. Un errore di valutazione per certi aspetti clamoroso. Il premier è corso ai ripari annunciando la rinuncia all’allargamento del bonus di 80 euro per pensioni e partite iva.
Il problema è trovare 20 miliardi per il 2015. Secondo ex viceministro del Tesoro,  Stefano Fassina la cifra di reperire si aggira intorno ai 23 miliardi e lo stesso Esecutivo sembra ritenere la cifra congrua. L’operazione appare complicata su vari fronti: c’è la questione privatizzazioni che non procede secondo il piani del Governo, tema messo in secondo fila dall’annunciata rinuncia all’incarico da parte del Commissario governativo per la spending review, Carlo Cottarelli. A complicare il passaggio verso al legge di Stabilità il mancato via libera da parte della Ragioneria generale dello Stato di due disposizioni contenute ne ddl Madia sulla Publica Amministrazione: il pensionamento di 4.000 insegnanti e il pre pensionamento dei professori universitari. I rilevi sono incentrati sull’assenza di coperture. Cos’ come di coperture necessita anche la proroga del bonus di 80 euro. La misura richiede alle casse dello Stato circa 10 miliardi a cui si aggiungono 8 miliardi di spese “indifferibili” quali li missioni militati, la Cig, il 5 per mille, i 4 miliardi derivanti di tagli alle spese predisposti dal governo Letta, i 3 miliardi per la correzione del deficit. La maggior parte delle cperture erano affidate alla spending review: un importo che il premier Renzi aveva annunciato di circa 16 miliardi. L’annuncio delle prossime dimissioni da parte del Carlo Cottarelli pone interrogativi non differibili sulle strategie del Governo in termini di tagli alle spese, e sopratutto sui tempi. L’autunno si preannuncia sul versante dei conti pubblici, di difficile navigazione. Martedì sarà il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a riferire d’urgenza alla Camera sul bilancio dello Stato dopo le sollecitazioni dai capogruppo e in particolar modo dal capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta.
L’occasione permetterà di fare il punto sulle polemiche sollevate dal commissario Carlo Cottarelli e sulle strategie del Governo per il contenimento della spesa, alla luce dei vincoli Ue.
Il premier sembra comunque intenzionato a portare il rapporto deficit – Pil al 2,3 per cento rispetto all’ 1,8% previsto nel Def e forse a spingersi oltre, fino alla fatidica soglia del 3%. In questo caso tuttavia si aprirebbe una difficile partita con la Ue. Un percorso pieno di incognite cui è legato a filo doppio la questione delle riforme quale condizione posta da Bruxelles per sfruttare i margini di felssibilità del Fiscal Compact.

Redazione