Istat: Pil secondo trimestre -0,2%. L’Italia di Renzi in recessione

Operaie al lavoro in una fabbrica (Getty Images)
Operaie al lavoro in una fabbrica (Getty Images)

L’Italia non solo non cambia verso, ma arretra. Lo riferiscono i dati impietosi dell’Istat sul Pil del secondo trimestre 2014 che segna una variazione del -0,2%. Si tratta di un dato peggiore delle attese, che erano comprese tra il -0,1% e il +0,1%, e si tratta del secondo trimestre negativo consecutivo, il che significa che l’Italia è tecnicamente in recessione. Tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 si sperava in un’uscita dalla recessione, dato che il Pil dell’ultimo trimestre 2013 era stato del +0,1%. Il dato del trimestre aprile-maggio-giugno è perfino peggiore di quello del primo trimestre dell’anno, quando il Pil era sceso dello 0,1%. La stima è ancora preliminare, ma si tratta di un dato decisamente negativo, che allontana ancora di più la ripresa, con un peggioramento dello stato dei conti pubblici e il rischio, ormai sempre più concreto, di una manovra correttiva in autunno, si parla già di 20 miliardi. Il che significa nuovi tagli e nuove tasse.

Il valore reale del Pil nel secondo trimestre del 2014 è stato pari a 340,196 miliardi. Si tratta del livello “più basso dal secondo trimestre del 2000, ovvero da 14 anni“, riferisce l’Istat. “Il calo congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i tre i grandi comparti di attività economica; agricoltura, industria e servizi”,  scrive l’Istat. Inoltre il contributo delle esportazioni nette è stato negativo, mentre nullo è stato quello della domanda interna. Per gli analisti siamo in “decrescita acquisita“.

Per l’economia  italiana si tratta della terza recessione in 5 anni. Dopo quella del 2008-09, la breve ripresa del 2010, poi la recessione ininterrotta fino al terzo trimestre del 2013 e nel quarto trimestre 2013 la piccola ripresa con   il Pil a +0,1% e ora quello che gli analisti chiamano il “triple dip“, il terzo tuffo nella recessione.

Allo stato attuale, sulla base delle stime preliminari, la variazione acquisita per il Pil del 2014 è del -0,3%, ben distante dal +0,8% previsto in primavera dal Def del governo. Un dato che si otterrebbe qualora nei prossimi trimestri dell’anno le variazioni congiunturali del Pil fossero nulle.

I dati negativi sul Pil hanno avuto subito il loro impatto sulla Borsa di Milano, che ha perso il 2,5% mentre lo spread Btp-Bund è salito a 168 punti.

Redazione