Riforme, il Senato cancella le Province e il Cnel

Pietro Grasso in Senato (Franco Origlia/Getty Images)
Pietro Grasso in Senato (Franco Origlia/Getty Images)

Sono tornate a 500mila le firme necessarie per indire un referendum, grazie ad un emendamento dei relatori Calderoli e Finocchiaro. «Se i proponenti avranno raccolto più di 800 mila firme, scatterà un quorum più basso per l’approvazione, calcolato sulla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni. Altrimenti servirà, come oggi, la maggioranza assoluta degli aventi diritto» prosegue il testo. È stato il primo esito dei lavori  odierni al Senato sul ddl Boschi. L’Aula del Senato ha successivamente approvato glia articoli 21-24 della riforma costituzionale, riguardanti il Presidente della Repubblica. Tra i temi ricompresi nelle norme votate oggi il sistema di elezione: sono stati esclusi dalla possibilità di votare Capo dello Stato i tre delegati in rappresentanza delle Regioni ed è stato modificato il quorum di elezione.
Il Senato ha approvato inoltre l’articolo 25 del ddl riguardante la fiducia della Camera al Governo. L’articolo riscrive l’articolo 94 della Costituzione: “Il governo deve avere la fiducia della Camera dei deputati”. La modifica comporta che il nuovo Senato non avrà il potere di dare e togliere la fiducia al governo, che rimarrà prerogativa della sola Camera.

Con ampia maggioranza – 203 voti favorevoli, 11 contrari e 7 astenuti. Senato ha approvato l’articolo 27 della riforma costituzionale procedendo alla cancellazione del Cnel mediante l’abrogazione dell’art. 99 della Costituzione abrogando l’articolo 99 della Costituzione cancellando il Cnel. Via anche le Province. L’Assemblea ha approvato con 179 sì, 41 no e 9 astenuti l’art. 28 del ddl riforme, che cancella le Province tra le articolazioni territoriali della Repubblica.

Redazione