
Un articolo a firma di Stefano Rizzato pubblicato su La Stampa Quotidiano presenta la tesi sostenuta nel libro “The Good Psychopath’s Guide to Success”, scritto da Kevin Dutton, psicologo e ricercatore ad Oxford, che spiega in base alla propria esperienza che per avere successo nella vita bisognerebbe essere un po’ matti.
Insomma, dalla tesi esposta nel libro “Nati sotto Saturno” dello storico dell’arte Margot Wittkower , in cui si rivela che alcuni grandi artisti hanno avuto un carattere ombroso al limite della deviazione anche sessuale, come il noto pittore seicentesco detto il Sodoma, fino al “furor creativo” del Bernini, si arriva all’analisi di Dutton per il quale il segreto del successo consisterebbe nel modellare le proprie stravaganze, incanalarle in qualcosa di positivo evitando che diventino tormento interiore e (nel peggiore dei casi) problemi con la giustizia.
Insomma, l’importanza è coltivare il seme della follia e incanalarlo per sfruttarlo al proprio vantaggio.
Il ricercatore, spiega Rizzato, nel 2011 aveva effettuato uno studio su decine di professionisti sottoposti a test attitudinali per stabilire se il soggetto andava classificato come psicopatico oppure no ed è emersa una classifica piuttosto sconcertante.
Ovvero, secondo lo studio di Dutton, i manager sono più propensi ad essere psicopatici, seguiti dagli avvocati, al terzo posto chi lavora in tv o in radio, in quarta posizione i venditori, in quinta i chirurghi e al sesto posto i giornalisti.
“La differenza tra uno psicopatico buono e uno cattivo è nel rapporto che ha con le altre persone, con il suo contesto sociale e con la società in generale. Chi è attento alle conseguenze delle proprie azioni sugli altri e sa essere flessibile nell’adattarsi alla società può rendere il proprio lato psicopatico un talento e non un problema”, sostiene il ricercatore.
Redazione
PER APPROFONDIMENTI VIDEO: Kevin Dutton on The Wisdom of Psychopaths (youtube)