Ancona, omicidio bambina 18 mesi: Padre non era sotto effetto di stupefacenti

Ancona (screen shot youtube)
Ancona (screen shot youtube)

Alessandro Scaloni, l’avvocato difensore di Luca Giustini, il ferroviere di 34 anni che lo scorso 17 agosto ha ucciso a coltellate la figlia Alessia, di 18 mesi, ha smentito le notizie che il suo assistito abbia agito sotto effetto di sostante stupefacenti, come cocaina, steroidi o psicofarmaci.
“Tutti i risultati delle analisi eseguite finora sul sangue e le urine di Giustini hanno dato esito negativo”, ha dichiarato questa mattina Scaloni.

Il padre che è agli arresti domiciliari nell’ospedale di Ancona, dov’è stato ricoverato dopo il delitto in stato di choc, durante l’udienza di convalida, aveva confessato al Gip di aver ucciso Alessia, sostenendo che “una voce interiore mi ha detto di farlo”.
L’uomo ha spiegato di aver obbedito ad un “disegno di Dio”, a un “progetto del Signore”, per “salvare il mondo”.
Tutte dichiarazioni un po’ confuse che hanno però trovato riscontro in alcune frase riportate dall’uomo in un quaderno agli atti degli investigatori,

La procura ha affidato una perizia psichiatria al prof. Renato Ariatti, lo psichiatra che ha seguito il caso di Cogne, per stabilire se l’uomo fosse in grado di intendere e di volere quando si è scagliato contro la culla in cui Alessia. Anche la difesa ha nominato un consulente, il prof. Marco Ricci Messori, della Clinica psichiatrica di Ancona, per la perizia.

L’autopsia ha rivelato che l’uomo avrebbe infierito prima con un coltello che si è rotto e poi con un secondo. In tutto sono stati rilevati undici colpi sul copro della bambina, cinque dei quali mortali.

La perizia psichiatrica dovrà anche valutare se l’uomo è in condizioni di sostenere un processo.
Giustini in tutti questi anni ha sempre superato i test psicoattitudinali delle Ferrovie e la mattina del delitto era appena rientrato a casa dopo aver condotto un treno regionale da Foligno ad Ancona.

Redazione

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