
Prosegue l’impegno dell’esercito americano nei raid aerei contro i jihadisti dell’Isis, in Iraq, che questa mattina si sono concentrati vicino alla città di Amerli e la diga di Mosul, per rafforzare il successo militare delle forze irachene che ieri sono riuscite a liberare la città.
“Un carro armato dell’Isis è stato danneggiato vicino Amerli ed un veicolo armato è stato distrutto non lontano dalla diga di Mosul”, ha reso noto im un comunicato del dipartimento della Difesa.
Intanto però, l’Isis non da tregua e sui social network ha annunciato di aver creato un’amministrazione provinciale nella zona del fiume Eufrate che comprende territori della Siria e dell’Iraq, tra cui la città di confine di al Qaim e quella siriana di al Boukamal, in un’area che era è già parte del califfato istituito dal gruppo jihadista guidato da Abu Bakr al Baghdadi.
Secondo quanto riferiscono i media, l’Isis sta suddividendo le aree sotto al suo controllo in diverse province, modificando anche il loro nome originario come ad esempio per l’amministrazione locale siriana di Deir ez Zour è divenuta la provincia “del bene”, mentre ha mantenuto il nomi originari di al Raqqa in Siria e di Ninive in Iraq.
L’instabilità in Iraq continua a minacciare anche Baghdad: questa mattina si sono registrati due attentati kamikaze con autobomba condotti contro postazioni delle forze di sicurezza a Ramadi, ad ovest della città, provocando almeno tredici morti e 17 feriti.
Mentre un secondo attentato ha colpito uno sbarramento controllato da polizia e forze speciali.
Ramadi che è il capoluogo della provincia di al Anbar, a maggioranza sunnita e alla frontiera con la Siria, è parzialmente in mano ai ribelli sunniti da inizio anno.
Intanto si apprende che il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite sta valutando l’invio di una missione d’emergenza in Iraq, chiesta da Baghdad, per indagare sulle “atrocità” commesse dallo Stato islamico e che “potrebbero essere considerati crimini di guerra e crimini contro l’umanità”.
Secondo le indiscrezioni, il vertice straordinario dell’Onu discuterà anche della stesura di una bozza di risoluzione per condannare “nel modo più forte possibile le violazioni sistematiche e gli abusi dei diritti umani e le violazioni della legge umanitaria internazionale derivanti da atti terroristici commessi dallo Stato islamico e da gruppi affiliati”.
In una nota, l’Onu sottolinea che nella bozza di risoluzione, discussa dai rappresentanti dei 47 stati membri del Consiglio, viene riportato che le azioni commesse dai jihadisti in varie province irachene “potrebbero essere considerate crimini di guerra e crimini contro l’umanità” e si condannano “tutte le violenze contro le persone su base religiosa o per l’affiliazione etnica, come anche le violenze contro le donne e i bambini”.
Tra le atrocità: “Omicidi, attacco deliberato contro civili, conversioni forzate, persecuzioni mirate di individui in base alla loro fede o credo e atti di violenza contro membri di minoranze etniche e religiose”.
Infine, nella risoluzione viene chiesto alla comunità internazionale di “rafforzare gli sforzi per assistere l’Iraq nel riportare la pace, la stabilità, la sicurezza nelle zone controllare dallo Stato islamico e da gruppi associati”.
Redazione
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