Kissinger: “Ordine mondiale in una crisi irreversibile”

Henry Kissinger (Getty images)
Henry Kissinger (Getty images)

Il politico americano, ex segretario di stato e Premio Nobel per la pace 1973, Henry Kissinger ha scritto un intervento che è stato pubblicato oggi dal Corriere della Sera sottolineando che “il concetto di ordine mondiale che ha governato sinora i rapporti internazionali è entrato in una crisi irreversibile”.

“Gli anni che vanno all’incirca dal 1948 al nuovo secolo hanno segnato un breve periodo nella Storia umana in cui si è assistito alla nascita di un ordine mondiale composto da un amalgama di idealismo americano e di concezioni tradizionali europee, per quel che riguarda la sovranità degli Stati e l’equilibrio del poter”, spiega Kissinger, precisando che tuttavia, “vaste aree del pianeta non hanno mai veramente condiviso tali principi”.

Per questo oggi, secondo Kissinger, l’ordine stabilito dall’Occidente è davanti ad una svolta. Il politico americano ha definito un “fallimento” l’assenza di “un meccanismo efficace a disposizione delle grandi potenze per consultarsi e adottare misure collaborative sui problemi più urgenti e drammatici”, sottolineando che al posto degli attuali “vertici multilaterali”, occorre invece procedere “dietro la spinta di convinzioni condivise”, pena non tanto “una guerra tra Stati (anche se questo è un rischio reale in alcune regioni), quanto un’evoluzione verso sfere di influenza contraddistinte da particolari strutture interne e forme di governo” e una “una conflittualità protratta tra regioni”.

Come riporta l’Ansa, Kissinger parla dell’urgenza di “un ordine mondiale di Stati in grado di garantire governi partecipativi e dignità individuale, e disposti a collaborare sullo scacchiere internazionale rispettando regole condivise”.
Gli stessi Stati Uniti, per dovranno fare “una riflessione su due livelli apparentemente contraddittori. L’attuazione di principi universali dovrà essere accompagnata dal riconoscimento della realtà di altre regioni, ognuna con la sua storia, la sua cultura e la necessità di tutelare la propria sicurezza”.

Redazione