Morte Ciro Esposito, la perizia: “De Santis a terra quando sparò”

Striscione per Ciro al San Paolo (getty images)
Striscione per Ciro al San Paolo (getty images)

La perizia dei tecnici del Racis e degli esperti della scientifica dei Carabinieri, chiesta dal gip del tribunale di Roma, Giacomo Ebner, riguardo l’uccisione di Ciro Esposito, il tifoso napoletano morto dopo una lunga agonia, in seguito al grave ferimento subito mentre si recava all’Olimpico per la finale di Coppa Italia tra la squadra partenopea e la Fiorentina, mette a fuoco una situazione convulsa e – in parte – potrebbe scagionare Daniele De Santis dalle sue responsabilità.

Scrivono i periti: “Si ritiene che De Santis, sopraffatto dagli aggressori, ferito e sanguinante, con le mani sporche del suo stesso sangue abbia impugnato l’arma ed abbia esploso i quattro colpi ferendo i tifosi napoletani”. La perizia, di circa 600 pagine, evidenzia inoltre: “Cade a terra, viene aggredito e inizia a perdere abbondantemente sangue. Non si esclude che in questa fase sia stato utilizzato il coltello a serramanico per mano di uno dei tifosi partenopei. Dopo avvengono gli spari in rapida successione”.

Questa nuova versione, che verrà senza dubbio contestata dalla famiglia e dai legali di Ciro Esposito, avallerebbe la tesi della preterintenzionalità del gesto, avvenuto perché De Santis sarebbe stato aggredito mentre provava a chiudere il cancello del circolo Ciak, da cui sarebbero usciti i presunti aggressori, secondo quanto affermato da più testimoni di fede napoletana.

Redazione online