
Al Qaeda chiese la liberazione di Alan Henning, il secondo cittadino britannico rapito dagli jihadisti dell’Isis, in quanto “solo un volontario innocente”, quindi il suo rapimento era “controproducente”, oltre che “contrario alla legge islamica”. Le nuove rivelazioni arrivano dal Regno Unito e dal quotidiano “The Indipendent”, secondo cui appena quattro giorni dopo il rapimento di Henning, un leader di Al Nusra, gruppo affliato di Al Qaida in Siria, si recò dai sequestratori nella città di Al Dana, per provare una mediazione e metterli in guardia.
Spiega “The Indipendent”, che cita un documentarista americano che intervistò il presunto mediatore, i militanti di Al Nusra intimarono agli jihadisti dell’Isis che “non avevano il diritto di rapirlo”, in quanto “non avrebbero ottenuto nulla dal sequestro”. Dopo quel tentativo di mediazione, i leader di Al Nusra erano convinti “che l’Isis avrebbe liberato Henning ma poi il volontario britannico è stato portato via da Al Dana e di lui si sono perse le tracce”.
Intanto, dal ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond, è arrivata l’ennesima conferma che di Henning, il quale collaborava con una piccola organizzazione di volontariato chiamata ‘Aid 4 Syria’, non si hanno notizie, né pare vi siano contatti con i rapitori.
Redazione online