Millegiorni, opposizioni polemiche con Renzi. Brunetta: “Dal premier, aria fritta”

Renato Brunetta (Getty Images)
Renato Brunetta (Getty Images)

Opposizioni polemiche con Matteo Renzi e con il suo programma per i “Millegiorni”. Sferzanti le parole del capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, che intervenendo in Aula ha sottolineato: “Speravo che lei nei suoi primi 206 giorni di governo avesse imparato qualcosa. Non da noi certamente, non dal Parlamento certamente, ma dalla realtà che come è noto ha la testa dura”. L’ex ministro ha definito le parole di Renzi “un discorso apologetico di se stesso”.

Poi l’attacco: “Basta con la retorica, basta con la fabulazione, basta con la confusione. Basta con i continui contrordine compagni, basta con i messaggi facili con cui ha infarcito anche quest’oggi i suoi 45 minuti di discorso. Basta con i messaggi demagogici populisti, cui non seguono atti, fatti, concretezza”. In sostanza, sottolinea Brunetta, “qualcuno potrebbe dire, ma lei stesso usa queste formule, basta con l’aria fritta, basta con le illusioni”.

Secondo Brunetta, infine, “un politico può fare tanti danni, ma uno dei danni più gravi che può fare è quello di illudere, illudere la gente, illudere i cittadini, illudere retoricamente il popolo. Basta paradossalmente, signor presidente del Consiglio, con il prendere impegni. Onori gli impegni che prende. Non basta prendere impegni, bisogna onorarli. E non basta prendere impegni e rilanciare continuamente questi impegni con altri impegni. Gli impegni si onorano”.

“Renzi è venuto a raccontarci il programma dei mille giorni” – ha detto Arturo Scotto in una breve dichiarazione ai microfoni dei cronisti parlamentari, in cui ha riassunto il senso del suo intervento in Aula – “Non ci ha però spiegato cosa dobbiamo fare dopodomani. Dopo aver annunciato 20 miliardi di tagli alla spesa pubblica non ci ha detto dove li va a prendere, se sulla sanità, sulle pensioni, sulla scuola. Viviamo una forte preoccupazione: i dati che vengono dall’Europa ci dicono crescita zero, ci dicono che questo Paese rischia di sprofondare definitivamente nella spirale deflazione/recessione. Non vogliamo slogan, vogliamo un piano di investimenti pubblici”.

In Aula a Montecitorio si è infine consumata la protesta della Lega Nord, che ha innalzato vessilli raffiguranti il Leone di San Marco, simbolo della Serenissima, esponendo cartelli con scritto “Il futuro del Veneto nelle mani dei veneti”, subito fatti rimuovere dai commessi. In una nota i deputati veneti del Carroccio hanno sottolineato: “Mentre in Scozia si sta per celebrare il referendum per l’indipendenza, nell’illiberale Italia renziana il presidente del Consiglio nella sua passerella programmatica ha ignorato completamente la richiesta di autodeterminazione del popolo veneto”.

Su Facebook, monta poi la protesta per una frase di Renzi riguardo i lavoratori che “si spezzano la schiena”. Il vicepresidente della Camera, in quota M5S, Luigi Di Maio, accusa: “Ogni volta che Renzi viene in Aula ci vuole far credere che sia il suo primo giorno di Governo. Ma sono passati già sette mesi e ‘l’Italia che si spezza la schiena’ non ne può più di annunci. Ma soprattutto non è disposta ad aspettare mille giorni”. Sempre sopra le righe, il leader del Carroccio Matteo Salvini, secondo cui quei lavoratori, “penso, due colpetti sulla schiena li darebbero volentieri a te”.

Contro le parole di Renzi, infine, anche il “fuoco amico” di Stefano Fassina, leader della minoranza Pd ed ex viceministro dell’Economia, che su Twitter scrive: “Renzi dice no a diritto del lavoro di serie A e B. Propone tutte lavoratrici e lavoratori in serie C”. Poco dopo un tweet ancora più duro: “Renzi come Monti e la destra utilizza il termine apartheid per scaricare su padri sfigati il dramma del lavoro di figli ancora più sfigati”.

Redazione online