
In un’intervista concessa al ‘Corriere della Sera’, il cardinale Walter Kasper, teologo tedesco ritenuto vicino a Papa Bergoglio, ha commentato i recenti accadimenti che hanno portato all’arresto per certi versi clamoroso dell’ex nunzio apostolico di Santo Domingo in Vaticano, Jozef Wesolowski, spiegando: “C’è stato un tempo nel quale si sono protetti i sacerdoti. Ora si guardano le cose dalla parte delle vittime, dobbiamo farlo. Questo è il cambiamento della Chiesa: considerare ciò che accade secondo la prospettiva delle vittime”.
Il cardinale ha sottolineato di essere “rimasto sotto choc” dopo aver appreso la notizia, ritenendo “tutto molto brutto e triste”. Per Kasper, “la Chiesa ha bisogno di purificazione e rinnovamento, dobbiamo essere conseguenti. Ci vuole chiarezza”. Poi la difesa di Papa Benedetto XVI, “un uomo molto coraggioso, chiaro e determinato” che ha anticipato in qualche modo quelle che sono state poi le mosse del suo successore in materia di pedofilia nella Chiesa.
Sul caso Wesolowski, il cardinale Kasper ritiene che “un vescovo colpevole di un crimine così grave ha perso la sua credibilità, davanti ai fedeli”. Infine sulle coperture del passato: “C’era chi guardava all’istituzione e diceva: bisogna proteggere l’immagine della Chiesa. Ma la Chiesa si protegge solo scegliendo il punto di vista delle vittime”.
Ieri intanto si è espresso sulla clamorosa vicenda anche don Giorgio De Capitani, prete di Dolzago, noto per essere sempre stato in prima linea nella battaglia contro la pedofilia tra i prelati, oltre che per le sue polemiche feroci nei confronti della Chiesa e del mondo politico italiano, sostenendo che la sua paura più grande è che quello dell’arcivescovo polacco possa restare un caso isolato, a fronte di tantissimi casi di pedofilia nella Chiesa che il prete sostiene di conoscere personalmente, accusando: “Alcuni non arrivano a veri e propri abusi sessuali, ma si limitano a toccatine, racconti osceni e perversi”.
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