Why not, condannato De Magistris. Forza Italia ne chiede le dimissioni

Luigi De Magistris  (screenshot Youtube)
Luigi De Magistris (screenshot Youtube)

Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, è stato condannato in correità con il consulente informatico Gioacchino Genchi con l’accusa di abuso d’ufficio, in quanto – quando il primo cittadino partenopeo era ancora un magistrato – avrebbero acquisito, nel corso dell’inchiesta denominata “Why Not”, intercettazioni ambientali senza le necessarie autorizzazioni che riguardavano cinque politici: Romano Prodi, Francesco Rutelli, Clemente Mastella, Marco Minniti e Antonio Gentile.

La sentenza va oltre le richieste del pm Roberto Felici, che aveva chiesto la condanna di Genchi a 1 anno e 6 mesi e l’assoluzione di de Magistris. Secondo il pm, infatti, “tutta l’operazione di acquisizione illecita dei tabulati è stata condotta e gestita da Genchi, complice anche la scarsa attenzione del pm, perché era lui l’effettivo ‘dominus dell’indagine’, era lui a raccogliere dati e informazioni, era lui a selezionare e a valutare ciò che poteva essere utile all’inchiesta”.

Di “errore giudiziario” ha parlato Luigi De Magistris, che si è così sfogato su Facebook: “La mia vita è sconvolta, ho subito la peggiore delle ingiustizie. Sono profondamente addolorato per aver ricevuto una condanna per fatti insussistenti. Ma rifarei tutto, e non cederò alla tentazione di perdere completamente la fiducia nello Stato”. Il sindaco di Napoli ha proseguito: “In Italia, credo, non esistano condanne per abuso di ufficio non patrimoniale. Sono stato condannato per avere acquisito tabulati di alcuni parlamentari, pur non essendoci alcuna prova che potessi sapere che si trattasse di utenze a loro riconducibili”.

“Prima mi hanno strappato la toga, con un processo disciplinare assurdo e clamoroso, perché ho fatto esclusivamente il mio dovere, dedicando la mia vita alla magistratura, ed ora mi condannano, a distanza di anni, per aver svolto indagini doverose su fatti gravissimi riconducibili anche ad esponenti politici”, ha sostenuto ancora De Magistris, concludendo: “Rifarei tutto, ho giurato sulla Costituzione ed ho sempre pensato che un magistrato abbia il dovere di indagare ad ogni livello, anche quello che riguarda la politica. Oggi, con questa sentenza, di fatto, mi viene detto che non avrei dovuto indagare su alcuni pezzi di Stato, che avrei dovuto fermarmi. Rifarei tutto, perchè ho agito con coscienza e rispettando solo la Costituzione. Vado avanti con onestà e rettitudine”.

Nel frattempo, però, da Forza Italia arrivano le richieste di dimissioni per il sindaco di Napoli; ad avanzarle, il senatore Franco Cardiello, membro della Commissione Giustizia di Palazzo Madama: “Dopo la clamorosa condanna a 15 mesi di reclusione, Luigi De Magistris si deve dimettere. Diversamente, il prefetto di Napoli lo sospenda come è già accaduto a Terzigno ed in altri casi. Napoli non merita di essere amministrata da un signore, ex magistrato, che ha abusato dei suoi poteri violando la costituzione”.

Prosegue l’esponente forzista, annunciando anche un’interrogazione al Ministro dell’Interno, Angelino Alfano: “Proprio De Magistris, che da magistrato ha provocato danni enormi applicando all’esercizio della sua professione una becera cultura forcaiola a prescindere, ora non può invocare il garantismo. Si deve solo dimettere dimostrando, almeno in questa circostanza, un minimo di coerenza con sé stesso e con l’impostazione culturale che ha contraddistinto le sue azioni ed i suoi comportamenti”.

Redazione online