
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è tornato dal suo viaggio ufficiale negli Usa, dove è stato accompagnato dalla moglie Agnese e ha diffuso un videomessaggio mentre era in volo in cui ha spiegato: “Quello che si è concluso negli Stati Uniti è stato un viaggio interessante e anche impegnativo, un viaggio che è partito dal futuro della California, della Silicon Valley, della Stanford University, degli startupper italiani, di Twitter, di Yahoo”.
Si è trattato secondo il premier di un viaggio che ha dimostrato che “l’Italia può pensare al futuro”, non si dovrà solo “rappresentare come una Nazione del passato”. Nel viaggio, è stato coinvolto il presente, “quello di New York, del Palazzo di Vetro”, luogo nel quale “tante speranze sono riposte da parte di diseredati, dei poveri, dei senza diritto di tutto il mondo”. Renzi ha sostenuto: “Portando la voce dell’Italia ho voluto rappresentare l’orgoglio di 60 milioni di persone che sanno che i valori di civiltà, bellezza, uguaglianza, contro la pena di morte, per i diritti, valori storici di questo Paese”.
“Ho però voluto anche portare la voce di 80mila uomini e donne salvati dalla Marina Militare e dalle forze dell’ordine italiane nell’operazione Mare Nostrum”, ha aggiunto Renzi, proseguendo poi: “Noi vogliamo che il Mediterraneo sia il cuore dell’Europa, non il cimitero del mondo, noi vogliamo che sia il prolungamento del lago di Tiberiade, come diceva Giorgio La Pira, un luogo nel quale persone di esperienze, culture, religioni diverse possano dialogare, condividere e costruire – perché no – quella pace di Abramo che manca sicuramente in Libia, ma che manca soprattutto nella terra che ha dato origine e che per tanti credenti è la Terra Santa”.
Infine, Renzi ha ricordato il passato, “un passato che però ha saputo cambiare, il passato di Detroit, della sede della Fiat Chrysler, una grande fabbrica, il secondo edificio più grande in America dopo il Pentagono. Un edificio all’interno del quale oggi si parla anche italiano, grazie all’intuizione di Sergio Marchionne e dei suoi collaboratori. E’ la storia di due grandi aziende che stavano fallendo e a cui è stato invece assicurato un futuro”.
“In questa missione negli Stati Uniti impreziosita dagli incontri con il presidente Obama, il presidente Clinton, Hillary Clinton, con tanti presidenti, dal Cile alla Turchia, per arrivare al segretario generale delle Nazioni Unite, abbiamo soprattutto ricordato una grande frase di un grande, grande, grande personaggio delle nazioni unite, Dag Hammarskjöld. Lui diceva ‘al passato grazie, al futuro sì’. Se ci pensate, è un po’ l’emblema dell’italia, al passato grazie, al futuro sì”, ha osservato ancora il premier, concludendo: “Torniamo da questi cinque giorni convinti che la pagina migliore l’Italia la debba ancora scrivere, e tutto insieme la scriveremo”.
Redazione online
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