
In occasione della Giornata mondiale delle persone anziane, l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), ha diffuso i dati di un ultimo rapporto intitolato “Protezione sociale per le persone anziane: tendenze e statistiche”, dal quale emerge che nel mondo quasi la metà, il 48%, delle persone in età pensionabile, non riceve una pensione e per molti tra quelli che la ricevono non è sufficiente.
“La conseguenza è che la maggior parte delle donne e uomini in età avanzata non ha un reddito sicuro, né la possibilità di andare in pensione e continua a lavorare ad oltranza, spesso in condizioni di precarietà e con salari minimi”, sottolinea il rapporto che indica tuttavia “una rapida estensione negli ultimi anni della copertura pensionistica nei paesi a medio e basso reddito grazie a una combinazione di pensioni sociali finanziate dalle imposte, contributive e non contributive”.
L’indagine ha preso in considerazione i sistemi pensionistici di 178 paesi tra i quali più di 45 hanno una copertura del 90% e oltre 20 paesi in via di sviluppo hanno raggiunto o quasi una copertura universale.
Inoltre, in un decennio, paesi come Cina, Lesotho, Tailandia, Timor Est e Tunisia hanno registrato miglioramenti nella copertura pensionistica, passando dal 25 al 70% della popolazione. Tra le misure per finanziare le pensioni, il rapporto evidenzia come “le politiche di consolidamento fiscale adottate dal 2010 in poi hanno portato a una riduzione della protezione sociale per le persone anziane. Le misure di aggiustamento comprendono tagli alla sanità e ad altri servizi sociali, riforme dei sistemi pensionistici che innalzano l’età pensionabile, la riduzione delle prestazioni e l’aumento dei contributi”.
“Molti paesi in via di sviluppo stanno espandendo la copertura dei loro sistemi pensionistici, si tratta di una tendenza molto positiva”, ha dichiarato Isabel Ortiz, direttore del dipartimento Ilo per la protezione sociale, aggiungendo tuttavia che è “altrettanto importante garantire delle pensioni adeguate. Le persone anziane hanno il diritto di andare in pensione con dignità, senza correre il rischio di finire in povertà. Questo è un problema che riguarda tutti i paesi del mondo”.
Secondo il rapporto però, i provvedimenti collegati all’austerity stanno incedendo sui sistemi pensionistici: Infatti, spiega Ortiz: “I bassi livelli di reddito delle famiglie hanno portato ad una riduzione dei consumi domestici e rallentano la ripresa economica. È preoccupante pensare che i futuri pensionati riceveranno entro il 2050 pensioni più basse in almeno 14 paesi europei”.
Per la Ortiz è importate ricordare “l’impatto positivo della protezione sociale sullo sviluppo socio economico, ad esempio rafforzando la capacità di spesa dei consumatori e promuovendo una crescita economica più inclusiva, ha posto la protezione sociale in cima all’agenda per lo sviluppo. Molti paesi a medio reddito stanno espandendo i loro sistemi di protezione sociale come parte della strategia per la crescita economica. La Cina, ad esempio, ha quasi raggiunto la copertura universale delle pensioni e aumentato i salari”.
Redazione