La Banca Centrale Europea, che ha tenuto la consueta riunione mensile del Consiglio direttivo della Bce a Napoli, ha deciso di lasciare il tasso di rifinanziamento principale al minimo storico dello 0,05%. Le prospettive d’inflazione a medio e lungo termine sono peggiorate e “ i rischi sono aumentati” ha dichiarato il presidente della Bce. Draghi ha ribadito la mission della Bce: riportare l’inflazione vicino al 2%: oggi la media dell’Eurozona è del 0,3 %.
Draghi alla vigilia dell’incontro odierno aveva spiegato come in questa fase la chiave per uscire dalla crisi siano“ investimenti più alti” sottolineando come “la politica monetaria” possa giocare un ruolo importante “abbassando il costo del capitale”.
Oggi la conferma che la Bce acquisterà prestiti cartolarizzati nel “quarto trimestre 2014” e obbligazioni garantite a partire da metà ottobre, per un periodo di almeno due anni. Il consiglio della Banca Centrale Europea è “pronto, in maniera unanime, a usare strumenti ulteriori e non convenzionali per combattere la bassa inflazione: gli acquisti di Abs e covered bond, per “mille miliardi di euro”, insieme alle aste di liquidità finalizzate a concedere credito alle imprese – le cosiddette Tltro – Strumenti ampiamente attesi dai mercati e che, per il presidente della Bce – dovrebbero a sostenere la dinamica dei prezzi.
“Certo – ha aggiunto Draghi – servono altre misure: i giovani imprenditori devono aspettare mesi per avere un’autorizzazione per nuovi negozi e sono soffocati da burocrazia: su questo servono riforme strutturali: se i loro ritorni sono ridotti da tasse crescenti, o mangiati da costi nascosti legati a regolamentazioni non necessarie” il rilancio dell’economia continuerà ad essere rinviato. Sul fronte del credito il presidente della Bce ha dichiarato oggi in conferenza stampa: “Il percorso delle nostre misure per facilitare i finanziamenti arrivano in maniera dolorosamente lenta all’economia reale. Quello che una banca centrale può fare è migliorare i canali di finanziamento per gli intermediatori: è il nostro compito e lo stiamo facendo, basta ricordare dove eravamo 3 anni fa”.
Alla vigilia dell’incontro di Napoli Draghi aveva detto sulla crisi in Italia e nell’Eurozona: “Abbiamo la sensazione di affrontare uno compito erculeo per rilanciare la crescita e ridurre la disoccupazione. E proprio come Ercole che si confronta con l’idra, sembra che appena sconfiggiamo una sfida — come la crisi del debito sovrano — subito spuntano due nuove prove, come la bassa inflazione e una ripresa debole». La sfida per l’Eurozona è doppia ha ammonito Draghi: ciclica, perché la domanda è troppo bassa; e strutturale, perché il potenziale di crescita è insufficiente. Solo se i due aspetti saranno affrontati insieme – ha detto ancora il presidente della Bce — si potrà ottenere una crescita sostenibile.
Il tema centrale rimane la fiducia: a causa dell’alto debito pubblico in molti Paesi dell’area euro, solo grazie a riforme strutturali che aumentano la crescita , e quindi la sostenibilità del debito, si può creare spazio da usare in futuro con le politiche di bilancio ha affermato Draghi. Il presidente della Bce ha aggiunto “Alcuni paesi devono chiaramente imprimere slancio al processo legislativo e attuativo delle riforme strutturali: per quel che riguarda i mercati dei beni e servizi e del lavoro nonché gli interventi volti a migliorare il contesto in cui operano le imprese”.
Redazione