
Dopo l’invio di aerei militari dalla Francia e dalla Gran Bretagna in Iraq e in Siria, anche l’Australia ha deciso d’intervenire attivamente e sul campo nelle operazioni della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti contro l’avanzata dello Stato Islamico (Isis). Infatti, il premier australiano Tony Abbot ha annunciato che degli aerei australiani da ricognizione e rifornimento inizieranno a sorvolare l’Iraq, precisando tuttavia che al momento non è stato ancora deciso se impegnare nella missione anche aerei da combattimento. “Sono in attesa di chiarimenti dal governo iracheno e di un’ulteriore decisione dal nostro governo”, ha aggiunto Abbott.
Nel frattempo, dopo la controffensiva delle truppe curde peshmerga nel nord del Paese che hanno riconquistato in questi giorni dei villaggi nelle vicinanze dalla diga di Mosul, un’area strategica per la fornitura di energia al paese, i miliziani jihadisti dell’Isis hanno lanciato un’offensiva contro due basi irachene nel distretto di Hit, a 150 chilometri ad ovest di Baghdad.
L’attacco ha provocato la morte di circa 42 soldati iracheni e di una quarantina di jihadisti.
Il bilancio conta il decesso di sette agenti e quattro soldati durante l’assalto dei jihadisti al quartier generale della polizia nella città di Heet. Altri, sei uomini delle forze irachene sono morti invece nell’assalto sferzato contro la base dell’esercito a Ramadi.
Secondo i media locali, i miliziani dell’Isis sarebbero stati respinti grazie anche ai raid aerei della coalizione.
“I combattimenti a nord di Hit continuano”, ha precisato una fonte delle polizia riferendosi alla presenza di cinque terroristi barricati in un edificio a Heet.
Ma le forze della coalizione sono intervenute anche in altre aeree dell’Iraq bombardando alcune postazioni dell’Isis a Dhuluiya, Yathrib e Balad sempre al Nord della capitale dove si sono registrati altri combattimenti.
Intanto però spunta un rapporto dell’Onu che ha denunciato “violazioni al diritto umanitario internazionale da parte delle forze governative irachene e dai gruppi armati alleati”, soprattutto “nei raid aerei e nei bombardamenti di artiglieria” contro l’Isis.
Secondo le Nazioni Uniti, i raid non hanno tenuto conto dei principi di distinzione e di proporzionalità stabiliti dal diritto internazionale.
Al contempo, il rapporto ha accusato i jihadisti dell’Isis di avere commesso crimini di guerra e contro l’umanità.
Una situazione caotica nel paese, dove i jihadisti che hanno creato il Califfato islamico tra Iraq e Siria sono presenti in varie aeree e attaccano su più fronti. Allo stesso tempo, come riporta un articolo del FattoQuotidiano emergono anche problematiche collegate sia all’organizzazione che alla strumentazione militare.
Infatti, il quotidiano ha evidenziato che lo scorso 19 settembre l’esercito iracheno ha consegnato del cibo e delle armi ai territorio occupati dai combattenti dell’Isis. Un incidente sul quel il governo avrebbe già avviato un’inchiesta. In base alla ricostruzione della vicenda, i piloti dell’aeronautica irachena avrebbero paracadutato viveri e armi destinati alle truppe al confine con il califfato, nei pressi della provincia occidentale di al-Anbar, ma sbagliando destinatari. Secondo gli esperti si potrebbe trattare di un errore umano oppure di un errore dell’intelligence o tecnico.
Redazione