Nuovi insediamenti israeliani a Gerusalemme est: condanna di Italia e Francia

Vista del quartiere di Givat Hamatos (Getty images)
Vista del quartiere di Givat Hamatos (Getty images)

Condanna unanime da parte di Italia, Stati Uniti e Francia alla decisione del governo israeliano di costruire 2610 nuove abitazioni per coloni israeliani alla periferia di Gerusalemme Est, nel quartiere ebraico occupato e annesso di Givat Hamatos, che dovrebbe ospitare insediamenti palestinesi.

Si tratta di una violazione del diritto internazionale a monte di numerose interruzioni dei colloqui di pace.
Secondo quanto stabilito, i nuovi insediamenti andranno a completare una sorta di schema di costruzioni che mirano ad unificare Gerusalemme ad una serie di insediamenti illegali, fino al confine con la Siria.

Il ministero degli esteri italiano ha commentato la notizia con un comunicato sostenendo che “la decisione israeliana di costruire 2.160 abitazioni a Givat Hamatos, nell’area di Gerusalemme, è un ostacolo di fronte agli sforzi per arrivare a una soluzione definitiva di un conflitto che ha già condizionato, quando non spezzato, la vita di troppe generazioni”.
“È un provvedimento che appare incompatibile con la volontà, più volte ribadita dal governo israeliano, di arrivare alla pace con una soluzione a due Stati. Non solo. È una scelta che pregiudicherebbe la possibilità che l’intesa preveda Gerusalemme futura capitale dei due Stati”, ha poi aggiunto la Farnesina che ha poi rivolto un appello “al Governo israeliano affinché riveda questa decisione e prosegua sulla strada del negoziato”.

Anche gli Stati Uniti e la Francia hanno condannato la decisione di Israele di proseguire la sua politica coloniale a Gerusalemme Est.
Lo stesso ministro egli esteri francese, Laurent Fabius ha aspramente criticato il governo israeliano sottolineando che se la decisione fosse mantenuta si tratterà della creazioni di una nuova colonia dopo quindici anni: “Una notizia che minaccia le risoluzioni dei due Stati e la vocazione di Gerusalemme ad essere la capitale dei due Stati in un momento in cui gli sforzi devono essere indirizzati verso la pace”, ha dichiarato Fabius, associandosi all’Italia nel chiedere ad Israele di rivedere le sue posizioni. Fabius ha poi ammonito che “non si può sostenere una causa e al contempo agire contro di essa, senza che non vi siano delle conseguenze, soprattutto in seno dell’Unione Europea”.

Tuttavia, come riportano i media, l’annuncio giunge proprio all’indomani dell’incontro tra il presidente americano Barack Obama e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che si è svolto mercoledì scorso a Washington. Lo stesso presidente Usa aveva fatto parte Netanyahu delle preoccupazioni riguardo ai nuovi insediamenti. In una nota la Casa Bianca ha riferito che questa decisione di Israele rischia di “avvelenare l’atmosfera” non solo con i palestinesi ma anche con i governi arabi con i quali lo stesso Netanyahu aveva detto di voler costruire un dialogo.
La soluzione di Israele invierebbe un messaggio, definito “inquietante” dalla Casa Bianca, che potrebbe allontanare Israele dai suoi stessi alleati. Dal canto suo, il primo ministro israeliano aveva messo in guardia gli Stati Uniti sulle ripercussioni di un accordo con l’Iran, affermando che “Teheran cerca un accordo per annullare le sanzioni nei suoi confronti e a diventare una potenza nucleare”.

Redazione