
Si moltiplicano gli appelli degli esperti a mantenere alta la guardia sui rischi di diffusione del virus Ebola nei paesi occidentali, nonostante le rassicurazioni da parte delle autorità sia europee che americane che sostengono che la situazione è sotto controllo.
Proprio ieri, quando si è appreso che un’infermiera spagnola è risultata positiva al test dell’ebola, Gianni Rezza, infettivologo dell’Istituto Superiore di Sanità, ha sottolineato all’Agi, che il virus potrebbe presto “sbarcare” in Europa, spiegando che “con questi numeri e se la gente continua a viaggiare, le probabilità sono sempre più alte”.
“Dobbiamo mantenere alta la guardia, ma evitare gli allarmismi”, ha tuttavia precisato Rezza che ha ricordato che “qualora un malato sbarcasse qui, sappiamo che la catena di trasmissione sarebbe comunque non lunga, grazie alle misure di contenimento predisposte da tempo. Ma certo se il virus continua a diffondersi in Africa, e da lì i viaggi continuano a svolgersi regolarmente, visto che l’Oms non li ha ristretti, prima o poi potremmo avere un caso analogo a quello negli Usa, anche se lì c’è stata la grave sottovalutazione dei medici che di fronte a un uomo proveniente dall’Africa con sintomi sospetti hanno deciso di rimandarlo a casa con un antibiotico”.
EUROPA– Questa mattina però, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin , in audizione alla Camera alle Commissioni riunite Affari esteri e Affari Sociali, per una aggiornamento sulle iniziative adottate a livello internazionale per contrastare la diffusione del virus Ebola, ha tenuto a tranquillizzare sulla minaccia della diffusione del virus in Italia: “In Italia abbiamo avuto moltissime segnalazioni di presunti casi di Ebola. E va bene così vuole dire che il sistema di allerta funziona ed è molto attento. Queste segnalazioni in alcuni casi si sono rivelate relative a pazienti colpiti da malaria”, ha sostenuto Lorenzin.
In Spagna, invece il governo ha tenuto a rassicurare sul rischio della diffusione dopo la diagnosi di ebola accertato sull’infermiera di 44 anni dell’ospedale Carlos III di Madrid che, per la prima volta, ha contratto il virus al di fuori dell’Africa. Nel corso di una conferenza stampa, il ministro della Sanità spagnolo, ha ricordato che la donna faceva parte della squadra che ha curato il missionario spagnolo Manuel Garcìa Viejo, morto il 26 settembre all’ospedale Carlos III dove in precedenza era morto il 12 agosto anche il religioso Miguel Pajares.
Un funzionario del ministero della Salute spagnolo ha riferito che l’infermiera si era recata nell’ospedale Alcorcon, in periferia di Madrid, con una febbre alta ed è stata ricoverata in isolamento.
STATI UNITI– Negli Stati Uniti, invece, è stato avviato il trattamento con un nuovo farmaco sperimentale, il brincidofovir, sul primo paziente diagnosticato con virus ebola, a Dallas, Thomas Eric Duncan, l’uomo liberiano contagiato in Africa occidentale.
Fonti del Texas Presbyterian Hospital hanno confermato la notizia, precisando che il farmaco, prodotto dall’azienda Chimerix della North Carolina, è stato approvato oggi dalla Federal Drug Administration per utilizzi di emergenza.
Intanto, il cameraman americano della Nbc che ha contratto il virus Ebola in Liberia, Ashoka Mukpo, è stato trasferito allo University of Nebraska Medical Center, dopo essere stato contagiato in Liberia..
Il ragazzo di 33enne è un operatore freelance che martedì 30 settembre è stato assunto dall’emittente americana e il giorno dopo è risultato positivo ai test.
Il freelance fu poi tenuto in quarantena in un centro di Médecins Sans Frontières (Msf) a Monrovia e trasferito questa mattina in Nebraska. Mukpo è il quarto americano ad aver contratto il virus e il primo giornalista non africano.
La presidente di Nbc Deborah Turness ha assicruato che il freelance “sarà assistito nel centro americano insieme al resto dell’equipe che, nonostante non manifesti sintomi che possano far pensare a un contagio, rimarrà in quarantena per 21 giorni, tempo massimo d’incubazione del virus”.
Secondo le indiscrezioni, le autorità sanitarie stanno pensando di impiegare anche in questo caso un farmaco sperimentale.
Redazione