Paraguay, ucciso giornalista. Cartes: “Attacco alla libertà di espressione”

Cannabis ( Justin Sullivan/Getty Images)
Cannabis ( Justin Sullivan/Getty Images)

Ha parlato senza mezzi termini di un “attacco alla libertà di espressione” , il presidente del Paraguay, Horacio Cartes, facendo riferimento all’omicidio del giornalista Pablo Medina, inviato da 16 anni del quotidiano Abc Color, che ultimamente stava conducendo un’inchiesta sul traffico di marijuana che stava crescendo nel dipartimento di Canindeyú, mentre in passato aveva denunciato il malaffare e il narcotraffico nel Paese sudamericano. Il giornalista ucciso era fratello del presidente della “Radio Comunitaria ñemity”, Salvador, anch’egli assassinato mentre era impegnato in prima linea nella lotta alla corruzione diffusa.

“Il nostro governo deplora e condanna questo omicidio che minaccia non solo la pace del nostro paese, ma è anche una diretta violazione dei diritti umani e un attacco alla libertà di espressione nel nostro paese”, ha affermanto in un suo intervento il presidente Cortes, concludendo: “A tutti i media, i cittadini e alle famiglie delle vittime, ribadisco il nostro impegno a combattere la criminalità organizzata”. Massimo impegno per la soluzione in poco tempo del caso è stato garantito dal ministro dell’Interno, Francisco de Vargas: “Stiamo conducendo un’indagine approfondita per far sì che questo omicidio non resti impunito”.

“Occorre fare delle indagini, in questo momento non voglio fare ipotesi”, ha affermato Francisco Alvarenga, funzionario della polizia locale arrivando sul luogo del delitto, confermando l’intenzione che “non voglio arrendermi”, mentre un politico locale, Julio Colmán, parla di omicidio opera del narcotraffico. Insieme a Medina, è deceduta anche la donna che si trovava con lui, Antonia Almada.

 

Redazione online