
Intervenendo al Palazzo del Quirinale, nel corso della cerimonia di consegna delle onorificenze dell’Ordine “Al merito del Lavoro”, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha sottolineato: “Il tema di una comune assunzione di responsabilità dinanzi alle sofferenze, ai rischi e alle sfide che il paese sta vivendo, è stato uno dei motivi ispiratori dell’indirizzo che da Presidente – nell’ambito delle mie funzioni costituzionali – ho seguito fin dall’inizio, ormai otto, quasi otto anni e mezzo orsono”.
Secondo il Capo dello Stato, “sul piano politico, e con gravi implicazioni per la vita delle istituzioni, le troppe contrapposizioni pregiudiziali, l’incapacità di dialogo e di intesa, gli atteggiamenti frenanti, o di vero e proprio rifiuto rispetto a scelte concrete di riforma, sono stati l’espressione – come ho detto in altra occasione – di conservatorismi, corporativismi e ingiuste pretese di conservazione di posizioni di rendita, di ingiuste posizioni acquisite”.
“Noi non possiamo restare prigionieri di paralisi e impedimenti” – ha ammonito Napolitano – “Occorre varare, con passo celere e determinazione, cambiamenti essenziali. In questo senso continuerò a svolgere il mio ruolo di garante dell’unità nazionale, di tutore di regole che siano realmente tali e non paraventi tesi a difendere l’esistente. Continuerò a operare in questo senso nei limiti delle mie forze”.
Poi un riferimento allo stallo per il voto per i due giudici della Consulta: “Non sono pochi o lievi gli elementi di conferma della negatività ancora diffusa nei comportamenti istituzionali, politici, sociali : ci è toccato vivere con pena, di recente, il clima che ha bloccato il Parlamento, a danno delle sue stesse prerogative costituzionali, di fronte all’elezione di due giudici costituzionali di estrazione parlamentare. E al Capo dello Stato non è rimasto che dare un esempio dovuto e severo, procedendo alle nomine di sua competenza alla Corte Costituzionale, con scelte imparziali e miranti a un minimo riequilibrio di genere anche in quella sede”.
Le speranze oltre la negatività
Ma gli esempi di negatività vanno oltre, “dalla corruzione nel pubblico e nel privato alla criminalità, dalla scarsa funzionalità di troppe amministrazioni centrali e locali, a regressioni in senso becero e violento dei comportamenti di individui e di gruppi asociali, fino alle degenerazioni eversive vere e proprie”, anche se “si sta diffondendo, io credo, in Italia, un senso di insofferenza per il trascinarsi di vecchi assetti strutturali e di potere, e insieme di determinazione, forte come da lungo tempo non si vedeva, a non fermarsi per strada nel perseguire riforme e cambiamenti, in varia misura avviatisi”.
Lotta al terrorismo
Infine, un appunto sulle minacce che arrivano dall’Isis: “Nessuno di noi può sottrarsi a risposte le più ferme di fronte alle minacce incombenti, né a una paziente tessitura di soluzioni politiche e diplomatiche rispetto a vecchi e nuovi contenziosi tra Stati e dinanzi a scontri dissolutivi all’interno di diversi paesi”.
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