Sanzioni Ue-Russia, nuovi appelli a rivederle

Flavio Tosi (Getty Images)
Flavio Tosi (Getty Images)

Dopo l’intervento di ieri di Romano Prodi, anche oggi al III Forum eurasiatico, organizzato dall’Associazione Conoscere Eurasia, è espressa preoccupazione per le sanzioni reciproche tra Ue e Russia; il sindaco di Verona, Flavio Tosi, padrone di casa del summit, sostiene: “Viviamo le sanzioni con preoccupazione, perché oltre a essere inutili sul piano pratico, produrranno l’effetto di danneggiare l’economia italiana più ancora di quella europea”. Secondo il primo cittadino, “queste sanzioni oltre ad essere dannose sono innaturali: mi auguro che l’Italia, nel caso in cui l’Ue dovesse mantenere il regime sanzionatorio, prenda una posizione diversa rispetto a quella espressa da Bruxelles”.

Di “drammatico problema” parla l’ex ministro Paolo De Castro, membro della commissione Agricola e Sviluppo rurale del Parlamento europeo, secondo il quale quello delle sanzioni è “un tema caldo e sicuramente importante per il danno che sta facendo senza peraltro dare nessun contributo alla soluzione dei rapporti fra Russia e Ucraina”. De Castro osserva quindi che il mercato russo “non è facilmente sostituibile da altri visto che si aggira sui 13 miliardi di euro, di poco inferiore a quello degli Stati Uniti, pari a circa 17 miliardi”.

Gian Maria Gros Pietro, presidente del consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, tra gli organizzatori della convention, parla di rapporto asimmetrico nelle sanzioni Ue-Russia, per cui “la Russia può procurarsi prodotti da altri Paesi, cme nel settore agroalimentare, o come per la moda rinviare le importazioni, noi non possiamo sostituire le materie prime provenienti da Mosca”. Infine il senatore Massimo Mucchetti, presidente della commissione Industria a Palazzo Madama: “Le sanzioni sono un gioco a somma zero o meglio negativa per entrambe le parti. Questo tipo di approccio non funziona”. Per Mucchetti, “l’Italia dovrebbe sedersi a questo tavolo e considerare se vale la pena per sé di continuare su questa strada o se prendere decisioni diverse”.

Preoccupazione ucraina

Al vertice ha preso parte anche il direttore generale del Centro studi internazionali di Kiev, Anatoly Orel, il quale ha lanciato un messaggio: “L’Ucraina è in crisi nera e registra un crollo dell’economia del 9 per cento l’anno. La recessione non ha ancora toccato il fondo, perché il calo di valuta nazionale prosegue così come la fuga dei capitali internazionali. Attrarre investimenti esteri è poi un compito disperato”.

 

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