
In seguito alla lettera con cui la Commissione europea chiedeva spiegazioni all’Italia sui piani di rientro del debito pubblico e di riduzione annuale del deficit, prevista nella legge di stabilità del governo solo dello 0,1%, mentre da accordi presi con la Ue avrebbe dovuto essere tra lo 0,5% e lo 0,7%, ieri sembra che sia stato raggiunto un compromesso tra il nostro Paese e l’Unione europea.
Fonti di Bruxelles ieri hanno fatti sapere che tra la Commissione Ue e l’Italia sarebbe stato raggiunto un accordo per una correzione del deficit strutturale allo 0,3% nella legge di Stabilità. Ai giornalisti che gli rivolgevano domane in merito, il premier Matteo Renzi ha risposto: “Chiuderemo a quello che sapete…”. Nel frattempo arrivava anche la risposta del presidente uscente della Commissione Barroso, con cui Renzi aveva avuto una discussione in merito alla pubblicazione della lettera Ue: “Siamo per il massimo della flessibilità entro le regole di Patto esistenti. Quello che la Commissione sta facendo è verificare se c’è o meno una deviazione particolarmente importante rispetto alle regole. La nostra decisione sarà presa la settimana prossima”, ha detto Barroso a proposito della legge di stabilità italiana, e non solo. I bilanci dei Paesi membri della Ue saranno approvati dalla Commissione europea entro il 29 ottobre.
“La finanziaria, quella che riduce le tasse, è andata. Va bene anche all’Europa“, ha dichiarato soddisfatto Renzi, in un’intervista al Tg La7, mentre rientrava in Italia per partecipare alla convention della Leopoolda. “Hanno capito che non scherziamo“, ha aggiunto, precisando però che “l’Italia deve fare ciò che ha promesso. Ora la vera sfida è il percorso di riforme. Saremo credibili se le faremo come promesso”.
Proprio sulle riforme, ieri, il presidente della Bce Mario Draghi ha richiamato i Paesi dell’Eurozona. “Nel 2011-12 abbiamo evitato il collasso dell’euro con uno sforzo comune, ora dobbiamo farlo di nuovo per evitare di ricadere in recessione”, ha avvertito Draghi. “Speriamo l’eurozona torni a crescere ma la speranza non è una strategia”, per questo ha aggiunto il presidente della Bce nella zona euro serve una “urgente strategia globale” che preveda il “monitoraggio delle misure strutturali“. Draghi ha chiesto ai leader europei “impegni forti e credibili sulle riforme“, con l’introduzione di un “calendario della loro attuazione” da presentare entro il vertice di dicembre.
Redazione