
Hanno sfidato “l’indifferenza del mondo” come richiesto da Papa Francesco, nel corso della sua visita a Lampedusa, mettendo a disposizione le proprie risorse finanziarie in un progetto teso a mettere in salvo centinaia di migranti nel Canale del Mediterraneo. Ora però, la speranza di tanti disperati che tentano di salpare dall’Africa per approdare a Malta o sulle coste del Sud Italia sembra infrangersi contro risorse sempre più esigue messe a disposizione da Cristopher e Regina Catambrone, marito e moglie, coppia italo-americana che vive a Malta e che ha finanziato per diversi mesi l’unica operazione privata di salvataggio dei profughi.
Più volte i due coniugi, che avevano messo a disposizione la Phoenix I, imbarcazione di 45 metri direttamente connessa con la Marina Militare, oltre a droni e personale medico, salvando la vita a oltre 2mila migranti, avevano lanciato invano appelli per la raccolta fondi e del caso si era occupata anche France24, alla quale la coppia milionaria aveva raccontato la loro esperienza.
“Cominciamo sempre col distribuire giubbotti di salvataggio. Se i migranti non vengono caricati sulla nostra nave, distribuiamo acqua e biscotti” – questo il loro racconto all’emittente francese – “Se non salgono a bordo, cerchiamo di identificare le persone più vulnerabili – normalmente donne e bambini. Una volta che i profughi si trovano sulla stazione navale, li dividiamo in gruppi – uomini, donne e bambini – e l’équipe medica inizia a visitarli. I sintomi fisici più comuni sono la febbre, la malaria e fratture dell’osso”.
Ogni mese, un’operazione del genere costa ai coniugi circa 350mila euro: il loro conto si sta però prosciugando, così probabilmente chiuderanno a fine mese. Insieme a Mare Nostrum. E ai sogni e alle speranze di vita migliore di migliaia di persone.
Redazione online
Uno dei recenti interventi del progetto finanziato dai coniugi maltesi